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22 giugno 2025
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La foto pugnalata
di Rinaldo Battaglia *

Tra i documenti, ora gestiti dallo Yad Vashem, in merito alla retata nazifascista di Roma del 16 ottobre 1943 esiste una foto che – così risulterebbe – venne pugnalata dai nazisti al momento del ‘sequestro’ della famiglia in quella che era la loro abitazione, quale spregio e offesa di quelle persone, la famiglia Di Cave, colpevoli solo di essere ebrei.

Italiani ed ebrei. Venduti dai fascisti di Roma ai nazisti di Kappler al prezzo da questi stabilito: 3.000 lire una donna, 5.000 un uomo, 1.500 lire un bambino.

In quel 16 ottobre 1943 in quella casa vennero arrestati in 5: nessuno mai più vi ritornò. Un affare per gli uomini del Duce, i fascisti della capitale.

Se ne parla anche ne “Il libro della memoria : gli ebrei deportati dall'Italia, 1943-1945” di Liliana Picciotto ( ricerca della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea. - Ed. 2002. - Milano : Mursia, 2002).

La foto riguardava le nozze di Elena Di Cave col suo amore Pacifico Spizzichino, nel Tempio Maggiore di Roma. Era del 1932. Elena era nata a Velletri il 22 giugno del 1900.

Oggi sarebbe il suo compleanno. Ma la sua vita si fermò a 43 anni il 23 ottobre 1943 quando il convoglio n. 2, partito da Roma il 18 ottobre, arrivò ad Auschwitz. Morirà subito con la figlia Franca di soli 7 anni. Quel giorno dei 1.035 ebrei lì arrivati, subito, ne vennero uccisi in una camera a gas dopo la selezione ben 839.

Venduti dai fascisti italiani, venduti nel nome del Duce e del dio denaro.

Mi sono chiesto più volte il significato di quella pugnalata nella foto. Di quell’atto di spregio e di offesa. Ma forse quella pugnalata era l’unica cosa meno spregevole dell’Italia di allora: sporca, fascista, razzista, di cui c'è solo da vergognarsi. Perché solo la vergogna ci resta, tra il silenzio e l’oblio, tra l’indifferenza e l’ignoranza tipica del nostro paese.

Non era la foto ad esser stata pugnalata, ma la nostra dignità. In eterno.

22 giugno 2025 – 125 anni dopo

* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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