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Patrizia: vittima di mafia e di femminicidio
di Viola Fiore
Il 18 giugno 1983 scompare nel nulla Patrizia Scifo, che fu sia vittima di mafia che di femminicidio, in quanto uccisa - dopo anni di maltrattamenti e abusi - dal marito Giuseppe Spatola, membro di un clan mafioso.
Patrizia Scifo viveva a Niscemi (Caltanisetta), dove era nata, restando spesso sola con al madre e la sorella in quanto il padre Vittorio viaggiava spesso per motivi di lavoro.
A 17 anni Patrizia si innamora di Giuseppe Spatola, più grande di lei di 11 anni e membro di una famiglia mafiosa che cerca in ogni modo di allontanarla da lui. Dopo la fuga, Spatola la chiede in matrimonio ma al rifiuto dei genitori di lei i due decidono di andare a convivere insieme.
Cominciano tuttavia i maltrattamenti e Patrizia decide di denunciarlo ma ritira la denuncia quando scopre di essere incinta sperando in un ravvedimento di lui. Dopo la nascita di Angelica Monica, persistendo gli abusi, Patrizia decide di lasciare il compagno portandosi la figlia.
Il 18 giugno 1983, dopo aver trascorso la serata con la famiglia d'origine, esce ma scompare nel nulla e il primo sospettato è Spatola, che tuttavia ha un alibi che pare inattaccabile.
L'impegno della famiglia nelle ricerche disturba i mafiosi locali e il 18 luglio il padre di Patrizia viene ucciso fuori dal bar familiare.
Solo nel 2011 la confessione di un collaboratore di giustizia rivela che Patrizia - il cui corpo non è mai stato ritrovato - era stata strangolata e seppellita dal compagno. Tuttavia questi era morto anni prima della rivelazione e quindi non ha pagato per il suo crimine.
Pertanto, anche se in questo caso la mafia ha giocato un ruolo significativo - con un ambiente in cui la violenza patriarcale era all'ordine del giorno e l'omertà ha permesso all'assassino di farla franca - Patrizia è stata la vittima di un femminicidio con il classico percorso di violenze domestiche e reazione omicida all'abbandono.
 
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