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Oltre i pregiudizi e le etichette, l'umanità
di Franca Zamaglio
Aymane aveva 16 anni, 13 dei quali trascorsi in Marocco dov'era nato.
Era uno dei ragazzi cui in Italia non si vogliono garantire dei diritti sacrosanti, uno che se combina qualche guaio viene etichettato in senso dispregiativo come "risorsa della Boldrini", per il quale si spendono interrogazioni parlamentari e il nullafacente Salvini, come gli altri nullafacenti e perniciosi della compagine (s)governativa della destra-destra italiana, produce a raffica post offensivi ed avvilenti per qualsiasi individuo normodotato ma esaltanti il suo seguito di sottodotati.
Era uno di quei ragazzi venuti da fuori che quando compiono atti d'eroismo ed insegnano a tanti autoctoni egoisti ed indifferenti, incollati allo smartphone, che altrove qualcuno è stato educato all' altruismo, all'umanità, mentre spesso si avverte in molti suoi coetanei italioti al 100% l'assoluta mancanza di spirito solidale e di capacità di coraggio nel soccorrere qualcuno in difficoltà, fanno risuonare il silenzio degli odiatori razzisti.
Aymane, venuto dal Marocco da troppo poco tempo, per dover "assaggiare" l'assurdità e la perfidia della burocrazia respingente dello Stato italiano, ha dato all'Italia la sua vita, come fanno tanti alberi che crescono in silenzio, senza fare rumore e quando infine cadono soccombendo ad una motosega o a una tromba d'aria, lasciano incisi negli anelli del loro tronco gli anni di ossigeno e di ombra che ci hanno regalato.
Aymane ha vissuto una brevissima vita, ma lascia una storia di vera umanità vissuta e testimoniata in una società che privilegia gli zombie privi di principi, morti che camminano condotti da falsi miti e dall'idolatria dei consumi, che privilegia i modelli del vuoto mentale e dell'edonismo estremo.
Mi chiedo quanti Aymane ci siano in Italia, ragazzi che aspettano d'essere riconosciuti come cittadini italiani che però hanno la pelle scura, troppo scura paradossalmente per gli standard di una nazione nata da un miscuglio di razze e culture, ricca di un patrimonio di cui molti italiani non hanno consapevolezza prodotto proprio grazie a questo miscuglio millenario.
L'unico colore nero di cui dobbiamo temere è il colore nero delle anime e delle coscienze di chi ci governa, sono le loro tenebre mentali che stanno oscurando da anni la coscienza civile di un intero paese.
Aymane sabato scorso si è tuffato in mare per salvare due persone che stavano affogando e le ha salvate, perdendo la propria vita.
Un giovane eroe nato altrove resta sempre un immigrato anche da morto, in questo nostro disgraziato, smemorato paese.
Quando sentiamo parlare d'invasione, di degrado, pensiamo che tra tutti coloro che arrivano qui per cercare una possibilità di vita migliore o semplicemente una possibilità di vita ci sono tanti Aymane, pensiamo che distanti da noi ci sono famiglie che ancora sanno educare i propri figli alla generosità, al rispetto per il prossimo.
Pensiamo che non è un certificato di nascita che ti fa una brava persona, pensiamo altrettanto che un passaporto non ti certifica come individuo di prima categoria, che la generosità e l'eroismo non sono registrati all'anagrafe.
Al contrario invece mi pare che oggigiorno il pregiudizio sia entrato a far parte delle nostre italiche caratteristiche
 
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