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16 giugno 2025
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Trump pensa di vietare l'ingresso a cittadini di 36 paesi
di Vitoria Sobral

Secondo un cablogramma interno del Dipartimento di Stato ottenuto da Reuters, l'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump starebbe valutando un'estensione sostanziale delle restrizioni di viaggio.

Questa direttiva faceva parte di una più ampia repressione dell'immigrazione avviata da Trump all'inizio del suo secondo mandato, che ha comportato l'espulsione di centinaia di venezuelani accusati di legami con bande criminali in El Salvador, oltre a misure volte a impedire ad alcuni studenti stranieri di iscriversi alle università statunitensi e a espellerne altri.

In un cablogramma diplomatico riservato firmato dal Segretario di Stato americano Marco Rubio, il Dipartimento di Stato ha esposto numerose preoccupazioni riguardo ai paesi in esame, chiedendo al contempo misure correttive.

"Il Dipartimento ha individuato 36 paesi che potrebbero essere oggetto di una sospensione totale o parziale dell'ingresso se non soddisfano i parametri e i requisiti stabiliti entro 60 giorni", si legge nel promemoria citato da Reuters.

Il cablogramma affermava che tra le preoccupazioni del Dipartimento di Stato figuravano l'incapacità o la riluttanza di alcuni paesi a fornire documenti di identità affidabili a causa di governi inefficaci o poco collaborativi, nonché problemi relativi all'integrità della sicurezza dei sistemi di passaporto di alcune nazioni.

Il promemoria ha ulteriormente evidenziato le preoccupazioni relative a cittadini di specifici Paesi presumibilmente coinvolti in attività terroristiche sul suolo statunitense, nonché al coinvolgimento in comportamenti "antisemiti" e antiamericani, sebbene il cablogramma abbia sottolineato che tali questioni non sono universalmente applicabili a tutte le nazioni oggetto di revisione.

I Paesi che potrebbero essere soggetti a un divieto parziale o totale entro i prossimi 60 giorni sono: Angola, Antigua e Barbuda, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Capo Verde, Cambogia, Camerun, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Dominica, Etiopia, Egitto, Gabon, Gambia, Ghana, Kirghizistan, Liberia, Malawi, Mauritania, Niger, Nigeria, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, São Tomé e Príncipe, Senegal, Sudan del Sud, Siria, Tanzania, Tonga, Tuvalu, Uganda, Vanuatu, Zambia e Zimbabwe.

All'inizio di questo mese, il presidente repubblicano ha emesso un proclama che vieta l'ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di 12 paesi, giustificando la misura come necessaria per tutelarsi da quelli che ha descritto come "terroristi stranieri" e altre potenziali minacce alla sicurezza nazionale.


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