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16 giugno 2025
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Nazioni
di Giovanni Franza

L'errore più macroscopico delle nostre cartine tradizionali è di rappresentare le nazioni come realtà unitarie, equiparando la geografia politica con l'autorità sovrana, come se avere una nazione significasse controllarla.

Alcuni Paesi sono così variegati politicamente e culturalmente che solo la geografia lo tiene insieme. Altri, sono così frammentati che sono unite solo nel nome. Arcipelaghi poveri come quello indonesiano sono talmente a corto di quelle infrastrutture necessarie a mantenere coeso il paese. Molte delle 14mila isole dell'Indonesia sono quasi fuori dal controllo di Giacarta e tendono a scivolare dentro l'orbita della Malesia o di Singapore.

Nazioni prive di unità fisica faticano mantenere l'unità politica. La Repubblica democratica del Congo, il più grande paese africano, conta appena un migliaio di km di strade asfaltate. Non c'è da stupirsi che molti ritengano che il Congo, seppur giuridicamente Stato, non esista.

La distanza è un arma a doppio taglio: permette alle nazioni più vaste di avere cuscinetti territoriali per difendere la popolazione del suo nucleo centrale, ma richiede anche grandi investimenti per garantirne l'unità. Secondo Vaclav Smil, la Cina ha consumato più cemento tra il 2010 e il 2013 che gli US in tutto il XX secolo.

Prendere per buono quello che vediamo su una cartina geografica ci porterebbe a ritenere che Congo, Somalia, Libia, Siria e Iraq esistano davvero come stati, mentre sono solo buchi neri geopolitici. Abbiamo entità semistatali non presenti sulle cartine (Kurdistan, Palestina) e, addirittura Stati dentro altri Stati (Hizbollah in Libano, Boko Haram in Nigeria).

Se l'influenza di alcuni governi si estende poco oltre la propria capitale, per pochi altri essa supera di gran lunga i confini nazionali. In effetti, quello che dicono Washington, Bruxelles e Pechino plasma il mondo più di quanto possa fare qualsiasi altra capitale.

Se tracciamo gli investimenti in infrastrutture transfrontaliere, la Cina estende sempre più tentacoli nei territori di quasi tutti i suoi vicini (e la Cina ha più vicini di tutti). Ma nella stessa Cina convivono città costiere ricche come quelle della Corea del Sud e province interne povere come il Guatemala.

L'estrema diseguaglianza mette a rischio la nozione di unità nazionale. Parliamo di un mondo in cui il reddito mediano è più rivelatore del reddito medio e, in US, i redditi mediani sono fermi ai livelli degli anni '80.


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