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07 giugno 2025
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Razzismo e sessismo come strumenti di sfruttamento
di Gabriele Germani

Una storia del capitalismo e della nascita di un sistema-mondo ad economia unificata non può prescindere da una valutazione del razzismo e del sessismo.

In questo, il capitalismo ha raggiunto sviluppi completamente nuovi rispetto le società tradizionali.

Tutte (o quasi) le società tradizionali erano caratterizzate dalla paura dello straniero; così come molte di queste erano caratterizzate dal predominio maschile nella sfera socio-politica.

Il capitalismo introduce qualcosa di nuovo. Il razzismo e il sessismo diventano strutturali e servono a stratificare il lavoro.

Non si trattava di xenofobia (come nel caso dei greci o dei romani), ma di una sempre maggiore convivenza tra popoli, dividendone però i compiti in base alle esigenze della struttura economica.

Ad inizio '900 in Centro America, gli investitori erano soliti dividere la manodopera per tipologia: i cinesi erano grandi lavoratori ma inadatti al clima, i neri statunitensi idonei al clima ma resi inadatti dalla frequentazione con i bianchi, i neri delle colonie caraibiche inglesi erano preferiti perché ritenuti "più docili".

Stessa cosa accadde con la rivoluzione industriale.

Le donne delle classi medio-alte furono espulse dal mondo produttivo (in una società che identificava il valore di una persona nella produzione di ricchezza). Le donne delle classi basse furono invece inviate in fabbrica, come manodopera a basso costo.

Marx usa intere pagine de Il Capitale per descrivere le pessime condizioni di vita e lavoro di donne e infanti nella manifattura.

Il razzismo e il sessismo prima e poi l'inclusività forzata nel produttivismo, sono due facce della stessa medaglia.

Abbiamo replicato lo schema di un sistema-mondo a gradini, creando un mercato del lavoro di fascia superiore, uno intermedio e uno basso.

In questo, il parziale superamento dei vecchi pregiudizi non altera la struttura generale dell'economia-mondo.

La popolazione mondiale è stata inserita forzosamente in questo sistema socioeconomico e -tolte le aree più ricche del pianeta (dove la sociologia si è concentrata sulla creazione degli indefinibili "ceti medi", trasformati in paradigma storico)- l'esclusione formale per questo o quel motivo, corrisponde in realtà ad una sempre maggiore integrazione nella scala dello sfruttamento globale.


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