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07 giugno 2025
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Democrazia: cosa ci è successo?
di Cassiopea

L’8 e il 9 giugno si terranno 5 (importanti) "Referendum Abrogativi".

4 quesiti in tema di lavoro e cioè Job act, tutele nelle piccole imprese, contratti a termine e sicurezza sul lavoro, e uno relativo alla cittadinanza italiana.

A meno di tre giorni dal voto, secondo il sondaggio condotto dall’Istituto Demopolis, e quello condotto dalla simulazione Supermedia YouTrend è a conoscenza dei quesiti (conoscenza, mi spiego?) solo il 46% degli italiani. Il 19% ha sentito dell’appuntamento elettorale, ma non sa su che cosa si voti.

Il 35% non ne ha proprio sentito parlare.

In estrema sintesi, la maggioranza assoluta dei cittadini non risulta informata sugli imminenti Referendum; che restano sconosciuti ai più. Come sappiamo servono (almeno) 25,6 milioni di voti per rendere validi i referendum. Meloni (per dire) è salito al potere nel 2022 con i consensi di 12,3 milioni di persone.

E quindi sembrerebbe che, al momento (a meno di tre giorni dal voto) il necessario quorum è ancora molto lontano. Le rilevazioni più ottimistiche dicono che potrebbero recarsi alle urne tra il 38% e il 42% degli aventi diritto al voto: un numero ben distante dal 50%+1 necessario.

Si recheranno alle urne (secondo questi sondaggi) tra i 15 e i 20 milioni di cittadini. Decisamente un numero lontano dai quasi 30 milioni di voti che occorrerebbero.

Se non si raggiunge il quorum, il voto non sarà considerato valido.

La lista dei sabotatori del referendum è (quasi) completa: Meloni Presidente del Consiglio dei Ministri (che ci considera degli idioti e forse ha, complessivamente, ragione) il presidente del Senato, poi tutti i ministri. E tutta la base neofascista, che è stata mobilitata, guidata da un oscuro ex-democristiano mannaro, da un vecchio fascista collezionista di rottami del ventennio e il consueto seguito di cascami nostalgici dell’orbace. L’astuto manipolo di residuati che ha scippato pure l’incipit dell’inno nazionale e riattizzando la vecchia fiamma ha fondato perfino un partito, con i suoi Bignami (semplici e brevi) per l’avviamento alla sua pseudo-scienza politica. (Come farebbe senza?)

Non votano, e non fanno votare, perché sanno di essere minoranza nel Paese, e hanno paura.

Nel volgere di meno di un paio di decenni, l’orribile accozzaglia si ritrova al vertice del potere insieme ai devoti del dio Po guidati da Mr. Papeete e ai residuati portaborse del defunto pregiudicato miliardario.

”How the fuck did this happen?”


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Dossier diritti

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