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Mafia: libero Giovanni Brusca, pentito per legge
di Pino Maniaci
Giovanni Brusca è completamente libero. Non è più un carcerato e nemmeno un sorvegliato speciale.
Lo chiamano pentito. E oggi fa il milionario a casa sua.
Il 20 maggio 1996, nei pressi di Agrigento, la squadra mobile di Palermo catturava Giovanni Brusca.
Oggi, dopo venticinque anni di carcere e quattro di sorveglianza, è libero a tutti gli effetti.
Nessuna disposizione, nessun'altra misura. Libero. Punto. Fine.
Il porco è fuori grazie alla legge sui collaboratori di giustizia, voluta proprio da Falcone.
Una legge sacrosanta ma il paradosso resta: chi ha macchiato col sangue di tanti innocenti la nostra bellissima terra ora è libero. Noi non dimentichiamo. E non perdoniamo.
In questo periodo particolare, un assassino che ha segnato pesantemente la storia dell'Italia repubblicana, con centocinquanta omicidi alle spalle, compreso quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, torna in libertà.
Con quell'omicidio "Cosa nostra perse la faccia e il rispetto della gente". Volevano fermare Santino Di Matteo, che aveva iniziato a collaborare con la giustizia e per farlo gli ammazzarono il figlio. Un bambino che amava la vita, che amava andare a cavallo. Si chiamava Giuseppe Di Matteo, aveva appena 13 anni quando alcuni mafiosi travestiti da poliziotti della Dia lo rapirono, con la scusa di portarlo dal padre.
Il piccolo però, da quel momento, l'unica cosa che vide fu il buio, il terrore. Dopo una prigionia lunga 25 mesi, l'11 gennaio 1996 venne strangolato e sciolto nell'acido. "Per fermare il pentito Di Matteo abbiamo scelto il ricatto più ignobile, prendergli il figlio. Così credevamo di aver risolto il problema ma invece andò a finire che quel bambino morto ammazzato, un bimbo, sconfisse la mafia. Fu peggio di una sconfitta militare, perché Cosa nostra perse la faccia e il rispetto della gente", disse Giuseppe Monticciolo.
Per il sequestro e l'omicidio di Giuseppe, sono stati condannati all'ergastolo circa 100 mafiosi. Tra questi, Matteo Messina Soldino e Giovanni Brusca, lo stesso che fece esplodere il tritolo a Capaci, lo stesso che "c'ha mezza Piana (degli Albanesi) e gli avete sequestrato una cosa sola, io non è che mi voglio fare sparare, non lo posso andare a dire al sostituto procuratore", come diceva (ironicamente, si difende lei) la ex giudice Saguto intercettata al telefono.
Un pensiero per tutte le sue vittime e per le rispettive famiglie, molte ancora in attesa di verità e giustizia.
 
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