 |
Pride Month. Togliere la bandiera è già un crimine
di
Francesco P. Esposito *
Stanno arrivando.
Ti dicono: “Togli il logo”, “Non farlo vedere”, “Non esporsi”.
Te lo dicono in azienda, te lo suggeriscono per non perdere clienti, o voti, o contratti.
Ma quando cominci a togliere libertà a chi ama chi vuole, non stai proteggendo niente.
Stai solo allenando la società a censurare.
Italia, Ungheria, Polonia, Serbia, USA col ritorno di Trump: questa roba qui non è un modello. È un brutto déjà-vu.
Meno diritti, più controllo. Meno uguaglianza, più paura.
Chi resta in silenzio quando viene vietata una bandiera, è già complice quando poi tolgono anche le parole, gli spazi, i corpi.
Meno omofobia, più diritti = meno criminalità.
Lo dicono i dati, non le ideologie.
Quando si vive meglio, si delinque di meno.
Quando l’identità non è un reato, la felicità è condivisa.
Quando nessuno è costretto a nascondersi, c’è più comunità, meno violenza.
Non sono gay.
Ma se ti danno fastidio due uomini che si baciano, sei tu il problema.
Non loro.
E se oggi tocca a loro, domani tocca a me, a mia moglie, a chiunque non righi dritto.
Quindi sì, io mi schiero.
Anche su LinkedIn.
* Criminologo forense, componente del Comitato tecnico-giuridico dell'Osservatorio
 
Dossier
diritti
|
|