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I vigili del fuoco sono coraggiosi
di
Rita Newton
Per una volta da Torino non giunge una storia di repressione con attacchi delle forze dell'ordine ai manifestanti che brandiscono bandiere e striscioni in dissenso con il governo o si oppongono a grandi opere invasive, ma quella di un gesto di libertà.
Un vigile del fuoco, chiamato a rimuovere una bandiera della Palestina dal monumento equestre dedicato a Emanuele Filiberto, in piazza San Carlo, nel cuore di Torino, l'ha sì tolta, ma l'ha poi sventolata per qualche momento dall'alto del piedistallo.
D'altronde, si sa, i vigili del fuoco sono coraggiosi e, forse perché spesso si cimentano nel salvataggio di vite umane, hanno chiare le priorità. Immagino pure che sia duro per chi salva le persone dagli incendi, vedere roghi con bambini sapendo cosa stanno soffrendo ma senza poter intervenire.
E non è la prima volta che i vigili mostrano le priorità alle autorità locali. Nel luglio 2020, a Genova, i vigili del fuoco si rifiutarono di aderire alla richiesta della polizia municipale di togliere dal palazzo dell'INPS uno striscione riportante la scritta "Nessuna strada sarà intitolata ai fascisti", che era stato installato da un coordinamento antifascista.
I vigili del fuoco, con una nota del loro sindacato di base, denunciarono "l'utilizzo improprio del Corpo per interventi che non riguardano la pubblica incolumità. Noi svolgiamo interventi tecnici di soccorso e vorremmo che il sindaco di Genova avesse ben chiaro questo concetto. Lo striscione non danneggiava l'edificio e non era pericolante, probabilmente infastidiva chi vuole rievocare periodi bui della nostra storia antifascista del Paese".
"Abbiamo un grande lavoro da svolgere nella nostra città - proseguiva la nota rivolgendosi all'amministrazione comunale - non distoglieteci in azioni che non riguardano la protezione dei nostri amati genovesi. Abbiamo altro da fare che togliere striscioni".
Ecco, anche nel caso torinese il corpo è stato coinvolto per togliere una bandiera che non danneggiava nessuno, eccetto la gastrite di chi è complice ma poi finge di solidarizzare.
 
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