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31 maggio 2025
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Russofobia: distruzione di monumenti negli Stati ex sovietici
trad. di Daniele Furlan

(Tradotto dal canale del Ministero degli esteri russo)
Rapporto del Ministero degli Esteri Russo
"Sulla situazione in diversi Paesi europei in merito alla profanazione e distruzione dei monumenti eretti in onore di coloro che hanno combattuto contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale".

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, in Europa sono stati dedicati circa 4.000 monumenti ai soldati sovietici. Nei territori dell’Europa Centrale, Orientale e Sud-orientale è sepolto in totale più di un milione di soldati dell’Armata Rossa. In generale, i popoli dell’URSS e dell’Europa hanno pagato un prezzo molto più alto per la Vittoria sul nazismo, prezzo che si misura in decine di milioni di vite umane.

Dopo la dissoluzione dell’URSS, molti memoriali si sono trovati sul territorio degli Stati confinanti con la Russia, sorti al posto delle ex Repubbliche Sovietiche.

L'adozione di una politica di rinascita del nazismo e di riscrittura della Storia in alcuni Stati ha colpito gravemente anche il patrimonio memoriale della Grande Guerra Patriottica.

Il rapporto è dedicato alle azioni di singoli Stati, in primo luogo dei Paesi baltici, della Polonia e dell’Ucraina che, col pretesto dell’Operazione Militare Speciale condotta dalla Russia per denazificare e demilitarizzare l’Ucraina, e per proteggere la popolazione civile del Donbass, hanno notevolmente intensificato la pratica pluriennale di distruzione del patrimonio memoriale sovietico e russo, e, spesso, anche del proprio. A tal fine, è già stata predisposta e continua ad ampliarsi la relativa base legislativa.

◾️ Lituania

Dopo l’inizio dell’Operazione Militare Speciale, un’ondata di vandalismo ha attraversato le città della Lituania: circa 30 memoriali e obelischi, situati principalmente presso luoghi di sepoltura militare, sono stati profanati.

Secondo i dati raccolti, dal 2022 a oggi, sono stati registrati 86 casi di scempio di tombe o luoghi commemorativi. In 53 casi, i monumenti sono stati completamente demoliti.

Il culmine della lotta contro la memoria dell’eroico sacrificio dei liberatori della Lituania dagli occupanti nazisti è stato l’abbattimento di sei stele nel Cimitero di Antakalnis a Vilnius, il più grande luogo di sepoltura dei soldati dell’Armata Rossa in Lituania, dove riposano 3.098 tra soldati e ufficiali sovietici, che rappresentavano diversi reparti dell’esercito e costituivano l’elemento centrale del memoriale.

◾️ Ucraina

Parallelamente alla glorificazione dei collaborazionisti nazisti e alla denigrazione della memoria dei combattenti dell’Armata Rossa, le autorità ucraine stanno attivamente promuovendo la demolizione dei monumenti ai soldati liberatori sovietici.

Alla “guerra” contro i monumenti dedicati ai soldati dell’Armata Rossa e alle vittime dei tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale, compresi quelli legati all’Olocausto, partecipano non solo le autorità locali ma anche gruppi radicali di estrema destra.

Fino al 2022, tali episodi venivano registrati dalle forze dell’ordine ucraine e inseriti nel registro unico delle indagini preliminari, sebbene i responsabili di queste azioni oltraggiose non venissero perseguiti penalmente.

Per maggiori dettagli sulle azioni criminali delle autorità volte alla distruzione dei monumenti russi e sovietici nei Paesi menzionati - nonché in Bulgaria, Moldavia, Polonia, Finlandia, Germania, Repubblica Ceca ed Estonia, si veda il Rapporto del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa.


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