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La matrice
di
David Cappellini
Peteano, 31 maggio 1972. Una Fiat 500 imbottita di tritolo abbandonata nei boschi di Gorizia con due fori di proiettile nel parabrezza. Dei cinque Carabinieri richiamati da una telefonata anonima tre morirono nell'esplosione e due rimasero feriti.
Il 6 Giugno del 1972 all'Hotel Colombo di Firenze, dopo una fase convulsa per la nostra Repubblica, tra il golpe Borghese, i moti di Reggio Calabria, l'attentato al treno di Gioia Tauro e le macchinazioni de La Rosa dei Venti (questi ultimi due episodi saranno resi noti solo alcuni anni dopo), il segretario del MSI Giorgio Almirante così parlava:
"…Se il governo continuerà a venire meno alla sua funzione di Stato, noi siamo pronti a surrogare lo Stato. Queste non sono parole, e invito i nostri avversari a non considerarle tali (...).Faremo suonare il campanello d’allarme ovunque, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle scuole. Ai giovani diamo appuntamento per la riapertura dell’anno scolastico: o saremo presenti o per l’Italia saranno guai… I nostri giovani devono prepararsi allo scontro frontale con i comunisti, e siccome una volta sono stato frainteso e ora desidero evitarlo, voglio sottolineare che quando dico scontro frontale intendo anche scontro fisico".
Due anni dopo si avvalse dell'immunità parlamentare per non andare a processo, dopo che l'avvocato Eno Pascoli, segretario goriziano del MSI e con lui rinviato a giudizio, era stato condannato, per concorso nella strage di Peteano.
Almirante aveva dato 70.000.000 di lire al terrorista nero Cicuttini, uno degli esecutori materiali della strage riparato in Spagna, per operarsi alle corde vocali e cambiare il timbro della voce. Era stato proprio Cicuttini a rivendicare telefonicamente l'attentato in cui morirono tre carabinieri.
Sempre Almirante in un incontro con il principe nero Junio Valerio Borghese, prima dell'8 dicembre 1970, sentenziò "Comandante, se parliamo di politica e tu sei dei nostri devi seguire le mie direttive: ma se il terreno si sposta sul campo militare allora saremo noi ad attenerci alle tue indicazioni".
Indimenticabile infine l’episodio in cui Almirante porse le sue congratulazioni ad Augusto Pinochet dopo il golpe contro Allende.
Ecco, alcune città, come Grosseto, hanno dedicato una via a questo edificante personaggio...
 
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