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Orgoglio e diritti
di
Francesco P. Esposito *
“No, vabbè, a me il gay pride non dà fastidio. Però non devono ostentare.”
È la frase dei beneducati col fiammifero in tasca.
È la versione stirata di: “vietatelo.”
Non per le piume, non per i glitter. Ma per il fastidio profondo che dà la libertà degli altri.
E da criminologo è evidente: più odio, più reati. Non si scappa.
Il disprezzo travestito da opinione è solo benzina a fuoco lento.
E allora come diamine è possibile che l’Italia, l’Italia, non abbia firmato niente, non abbia detto una parola, non abbia mosso un dito per opporsi alla messa al bando del Pride in Ungheria?
Che poi ci sorprendiamo se l’odio prende forma per strada.
Quando è partito tutto da una frase che sembrava educata.
* Criminologo forense, componente del Comitato tecnico-giuridico dell'Osservatorio
 
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