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Rotatoria destra-sinistra con una sola uscita
di
Stefano Masson
Boh, io ve lo ripeto. Ve lo ripeto per sopravvissuto senso del dovere. Per carità, conscio che in questo caso ripetere non serve a nulla.
Allora, c'è un più che trentennale movimento ciclico: l'alternarsi di centrodestra e centrosinistra.
Un movimento che è un eterno ritorno dell'uguale. Un movimento Uroboro.
Poiché quanto appena scritto mi pare di registro troppo "alto" per la prosaica demenza del dato descritto, correggo in immagine più consona: è una rotatoria.
E c'è una freccia del tempo: l'unica uscita consentita dalla rotatoria.
La freccia va dal compromesso "democratico" lib-lab del dopoguerra alla post-democrazia autoritaria attuale. Dalla richiesta di libertà d'espressione alla richiesta di censura. Dall'accumulo di diritti alla loro disintegrazione. Dalla similpace al bellicismo dichiarato. Eccetera.
È una rotatoria che percorrete tutte le volte, perché vi pare ci sia un'emergenza democratica.
La prendete, dunque, in nome dell'antifascismo, dell'antirazzismo dell'antiberlusconismo et similia. (Anche sul piano teorico-ideologico, la postura, con minime varianti, è sempre la medesima).
E sempre ne uscite imboccando l'unica uscita consentita: la freccia del tempo postdemocratica e autoritaria.
Oh, dixi et salvavi animam meam. Dovere compiuto.
 
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