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28 maggio 2025
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USA: no visto di ingresso a chi limita libera espressione degli statunitensi
di Aurora Gatti

Il Segretario di Stato USA Marco Rubio ha annunciato mercoledì una nuova politica che prende di mira funzionari e individui stranieri "complici" nella censura del diritto alla libertà di parola degli statunitensi.

I cittadini statunitensi sono stati "multati, vessati e persino incriminati dalle autorità straniere per aver esercitato il loro diritto alla libertà di parola", ha scritto Rubio su X. "Oggi annuncio una nuova politica di restrizione dei visti che si applicherà ai funzionari e alle persone straniere complici della censura degli americani", ha scritto Rubio.

Ha sottolineato che la libertà di parola rappresenta un diritto fondamentale per gli americani, sul quale "i governi stranieri non hanno alcuna autorità".

"Gli stranieri che si sforzano di minare i diritti degli americani non dovrebbero godere del privilegio di viaggiare nel nostro Paese", ha dichiarato Rubio.

Ha avvertito che il "trattamento passivo" di coloro che "minano" i diritti americani è terminato, sia in "America Latina, in Europa o altrove".

Rubio ha dichiarato separatamente che è "inaccettabile" che funzionari stranieri prendano di mira gli americani per i post sui social media o facciano pressione sulle piattaforme statunitensi affinché adottino politiche di moderazione dei contenuti. Ha affermato che tali azioni "invadono" la sovranità degli Stati Uniti e minacciano il "diritto fondamentale alla libertà di parola" degli Stati Uniti.

Il Dipartimento di Stato ha avvertito che anche "alcuni membri della famiglia" potrebbero essere interessati dalla nuova politica.

L'annuncio fa seguito a una direttiva, presumibilmente emanata martedì, di sospendere i colloqui per il visto studentesco mentre l'amministrazione Trump valuta l'estensione dei controlli sui social media per gli studenti stranieri.

L'amministrazione Trump ha revocato i visti a oltre 1.000 studenti, prendendo di mira coloro che erano coinvolti nell'attivismo pro-palestinese o in proteste politiche presso prestigiose università, tra cui Harvard e Stanford.

In pratica non riconosce ai cittadini di altri Stati il diritto che vuol difendere a suon di sanzioni per i suoi cittadini e non considera le sue nei loro confronti violazioni di sovranità.

Rubio sostiene che i visti sono privilegi, non diritti, e che gli Stati Uniti mantengono l'autorità sulle decisioni in materia di ingresso.


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