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Vittime di mafia: Nadia e Caterina
di
Pino Maniaci
Due sorelline: Nadia aveva nove anni, Caterina era appena nata. Avevano una vita davanti per giocare, andare al parco, studiare e diventare grandi ma Cosa nostra spezzò i loro sogni per sempre: furono assassinate senza pietà nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, insieme al padre e alla madre.
Erano gli anni delle stragi e quella volta i mafiosi fecero esplodere un'autobomba in via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della storica Galleria degli Uffizi, per distruggere il patrimonio artistico italiano.
L'esplosione provocò il crollo della torre dei Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili: lì si trovavano Fabrizio Nencioni, ispettore dei vigili urbani di trentanove anni, la moglie Angela Fiume, trentasei anni, custode dell'Accademia e le due figlie Nadia e Caterina. Abitavano al terzo piano della torre, circondati dalla bellezza e dalla tranquillità.
Poco dopo l'una di notte, oltre duecento chili di tritolo distrussero tutto: opere d'arte, edifici. Nell'aria puzza di esplosivo, a terra macerie ovunque. E poi i corpi di quella famiglia, dilaniati, travolti in pieno.
Sembra ancora di vederli i soccorritori mentre scavano e si fanno strada tra le pietre. E quel pompiere che corre verso l'ambulanza portando in braccio Caterina, nel vano e disperato tentativo di rianimarla. Aveva appena cinquanta giorni: questa foto è una delle poche che ci rimangono, guardatela e provate per un attimo a immaginare l'orrore di quella maledetta strage che è costata la vita a queste due sorelline, ai loro genitori e a Dario Capolicchio, uno studente universitario di ventidue anni che abitava in una delle abitazioni vicine, dove si era propagato un incendio devastante.
Vittime innocenti di una ferocia inaudita, inspiegabile.
A noi il compito di non dimenticare e diffondere, raccontare il più possibile questa storia.
La mafia è una montagna di merda.
 
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