 |
Militari per scafisti
di
Elisa Fontana *
Come accadde che la Regione Calabria prese non fischi per fiaschi, ma scafisti per militari.
Ha destato un certo scalpore la posizione della Regione Calabria, presieduta dal forzista Roberto Occhiuto, in relazione al processo che si sta celebrando a Crotone per la strage di Cutro in cui ci furono 94 morti e in cui sono imputati alcuni militari della Guardia di Finanza e della Guardia costiera.
Bene, nell’udienza preliminare in cui si depositano le richieste di costituzione di parte civile, la Regione Calabria aveva dato mandato all’avvocato Manna di depositare la costituzione di parte civile della Regione che, evidentemente, si riteneva danneggiata da quanto accaduto a Cutro nel 2023. Ma non passano nemmeno 12 ore e la Regione Calabria fa sapere che avrebbe ritirato l’atto. E la cosa veramente surreale è la motivazione: credevano di costituirsi parte civile contro gli scafisti, non contro dei militari. Avevano preso fischi per fiaschi, insomma.
Se non fosse che il processo contro gli scafisti si era già chiuso a dicembre scorso, che nel mandato assegnato all’avvocato Manna si citavano correttamente i reati per cui gli imputati erano processati, diversi da quelli degli scafisti, e il mandato cita chiaramente l’udienza preliminare del 12 maggio. Sostenere di aver preso scafisti per militari appare nel migliore dei casi surreale, nel peggiore una bugia bella e buona.
Ma pare proprio che la storia sia ben diversa da un equivoco che più che banale sarebbe davvero clamoroso per l’insipienza e il pressappochismo mostrati. Pare, invece, che un sindacato della Marina Militare, l’USIM, si sia molto lamentato della costituzione di parte civile della Regione.
Ne dà conto in un comunicato ufficiale, aggiungendo che era stato anche avvertito del fatto il ministro dei Trasporti Salvini, definendone “fondamentale” l’intervento.
Se vi state chiedendo chi sia intervenuto a smentire le parole dell’Usim, vi levo subito la curiosità: nessuno. E, d’altronde, non avrebbero messo nero su bianco quanto scritto se non avessero avuto l’ok dell’interessato. Anzi, hanno aggiunto nello stesso comunicato che continueranno “a seguire con attenzione l’evolversi della vicenda processuale, ribadendo la piena fiducia nell’operato della magistratura”, che tanto piena non deve essere, se sono andati subito a cercare protezione, non avendo nemmeno preso in considerazione la possibilità che gli imputati possano anche essere assolti nel processo.
Cosa resta di questa miserevole vicenda? Una interrogazione parlamentare del Pd al governo, così magari ci spiegherà come accadde che la Regione Calabria scambiò gli scafisti per militari e di come lo splendido ministro Salvini si sia prestato in men che non si dica per correggere l’amarissimo errore.
Una conclusione? L’unica possibile in questa pericolosa farsa: se i treni avessero la velocità di reazione del ministro avremmo il record mondiale di puntualità, invece di essere il disastro giornaliero che sono. Ma queste sono considerazioni di una brutta persona, lo so.
* Coordinatrice Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio
 
Dossier
diritti
|
|