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27 maggio 2025
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Consiglio d'Europa a Meloni e Co: magistratura indipendente dai governi
di Elisa Fontana *

Lo scorso 22 maggio la nostra immaginifica presidenterrima, insieme a Mette Frederiksen, prima ministra danese, ha scritto una accorata lettera al Consiglio d’Europa (firmata anche da Austria, Belgio, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Repubblica Ceca) in cui si chiedeva alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di rivedere il modo in cui interpreta la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, perché - ascoltate bene e prendete nota - in alcuni casi la Corte “ha posto troppe limitazioni alla capacità degli Stati di decidere chi espellere dai loro territori” e ha chiesto alla Corte “un dialogo nuovo e aperto sull’interpretazione”.

Che è esattamente quello che la nostra fulgida presidenterrima vorrebbe fare: espellere indiscriminatamente tutti i migranti, senza avere fra i piedi quella piaga della magistratura che ancora si ostina a voler applicare le leggi.

E così, risolti tutti gli altri problemi che attanagliavano l’Italia, battuta l’inflazione, raggiunta la piena occupazione con salari fra i più alti d’Europa, ridata dignità al servizio sanitario nazionale e alla scuola pubblica, fatto un bel repulisti interno al suo partito di condannati, ‘ndranghetisti, collusi e affini, ha deciso di affrontare con piglio ducesco l’annoso problema dei migranti che, come ognun sa, minacciano di invadere i nostri sacri suoli, recidere le nostre radici cristiane e sbeffeggiare i nostri valori.

Ma a strettissimo giro di posta il Consiglio d’Europa, nella persona del suo Segretario Generale Alain Berset, ha risposto alla lettera meloniana, approfittandone anche per spiegare i fondamentali dello stato di diritto che, evidentemente, i volenterosi firmatari della missiva disconoscono totalmente.

La replica di Berset, nel respingere la lettera, è stata estremamente dura: "In una società governata dallo stato di diritto, nessun organo giudiziario dovrebbe subire pressioni politiche … La Corte non deve essere usata come arma, né contro i governi, né da loro". E ha continuato sottolineando come i tribunali non debbano essere usati e armati per ottenere vantaggi politici. E ancora: “Sostenere l’indipendenza e l’imparzialità della Corte è il nostro fondamento”.

E poi l’affondo finale: “Nessuna magistratura dovrebbe subire pressioni politiche… Le istituzioni che tutelano i diritti fondamentali non possono piegarsi ai cicli politici. Se lo facessero, rischieremmo di erodere la stabilità stessa per cui sono state create".

E per chi lo avesse dimenticato il compito principale del Consiglio d’Europa è proprio quello di tutelare i diritti umani fondamentali in tutta l’Europa. Caso chiuso e volenterosi respinti con perdite. Provaci ancora, Giorgia.

Come potete vedere, un altro strepitoso successo della donna che tutto il mondo ci invidia, ma che temo non sarà oggetto di uno di quei bei video patinati e rassicuranti cui ci ha abituati, perché come tutti sanno la modestia è una delle doti peculiari della presidenterrima, che rifugge i riflettori e lavora alacremente lontano dalla ribalta mediatica.

Infine, un’ultima notazione: Mette Frederiksen, oltre ad essere la prima ministra danese, è anche la leader dei socialdemocratici di quel Paese. Questo a beneficio di chi si stia ancora chiedendo pensoso che fine ha fatto la sinistra e non l’abbia ancora capito.

* Coordinatrice Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio


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