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Immigrati che ci salvano
di
Rita Guma *
Qualche giorno fa a Prato, Mustafa, un venticinquenne egiziano, insieme ad altri due ragazzi ha salvato la vita ad una donna aggredita con il coltello e un sacchetto ad uso soffocamento dall’ex compagno, che gridava di volerla uccidere.
Un episodio e un giovane degni di essere esaltati, come pure il fatto verificatosi a dicembre in cui Alen Halilovic, 21 anni, ha salvato una donna dai fendenti di un altro uomo armato di coltello, rischiando la vita quando si è frapposto fra la vittima e l'aggressore armato.
Il ragazzo tenne a precisare che i suoi genitori sono bosniaci e lui è nato e cresciuto in Italia ed ha aggiunto che quando ha visto l'uomo che colpiva la donna già sanguinante ha pensato a Giulia Cecchettin e per questo ha deciso di fermarsi e intervenire: "In troppi non si sono fermati".
E ha dato una bella lezione a tutti: "I miei genitori... hanno fatto un buon lavoro, mi hanno insegnato che l’indifferenza uccide. E che ha colpa anche chi, di fronte al male, si gira dall’altra parte".
E non si girarono dall'altra parte anche altri immigrati che normalmente verrebbero guardati con diffidenza. Ne ricordo alcuni:
Cheik Sarr, il ragazzo senegalese morto affogato nel 2004 per salvare uno sconosciuto bagnante a Castagneto Carducci
Othman Naser Ben Abd Aziz, tunisino incensurato sprovvisto del permesso di soggiorno che nel 2006 salvò tre bagnanti che stavano per annegare nei pressi di Chieti,
Iris Palacios Cruz, immigrata irregolare dell’Honduras morta nel 2006 nell’Argentario per portare in salvo la bambina italiana che accudiva
Victoria Gojan, la badante moldava clandestina che nel 2008, al Lido di Venezia, salvò dalla morte per inalazione di monossido di carbonio la coppia di anziani che accudiva
il trentenne immigrato irregolare senegalese, Sarr Gaye Samba Diouf, che nel giugno 2001, a Rimini, intervenne in difesa del gestore di una panetteria minacciato da alcuni avventori, uno dei quali – italiano – lo accoltellò a morte
Senza dimenticare il capoverdiano Willy Monteiro Duarte, ucciso bestialmente dai fratelli Bianchi per essere intervenuto a proteggere un amico aggredito dal branco.
Ricordiamoci di loro, quando i razzisti nostrani ripetono le formule d'odio e i soliti pregiudizi o i ministri stabiliscono il binomio stupri-immigrati che fa a pugni con le cronache e con le statistiche.
E ricordiamolo anche l'8 e il 9 giugno, quando si voterà per il Referendum: il quinto quesito non riguarda criminali (per avere la cittadinanza occorre essere incensurati) ma persone che a volte ci salvano come nelle storie che ho raccontato, a volte facendo i mestieri usuranti che gli italiani non vogliono fare e altre volte svolgendo professioni sanitarie (oltre 30.000 infermieri) o operando presso le famiglie come indispensabili badanti (uno ogni 10 famiglie italiane).
E ovviamente contribuiscono a mantenere in piedi l'INPS, se il datore di lavoro non li impiega in nero. Cosa che può fare più facilmente con chi non abbia la cittadinanza.
* Presidente Osservatorio
 
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