USA: Corte impone a Trump rientro di guatemalteco espulso ingiustamente
di Rico Guillermo

Un giudice federale statunitense ha stabilito che l'amministrazione Trump deve intervenire per rimpatriare un richiedente asilo guatemalteco, espulso illegalmente all'inizio di quest'anno, nonostante avesse espresso timore di violenze e torture, secondo quanto riportato dai media statunitensi sabato.

L'uomo, identificato come O.C.G., ha presentato domanda di asilo negli Stati Uniti nel 2024 dopo aver subito, secondo quanto riferito, molteplici aggressioni violente in Guatemala, ha riportato la CNN, citando documenti del tribunale.

Durante il suo viaggio verso gli Stati Uniti, è stato anche violentato e trattenuto a scopo di estorsione in Messico, esperienze che ha rivelato durante le sue udienze presso l'ufficio di immigrazione.

Sebbene un giudice dell'immigrazione avesse inizialmente stabilito che O.C.G. non dovesse essere espulso in Guatemala, è stato comunque imbarcato su un autobus per il Messico due giorni dopo, senza che gli fosse permesso di presentare il suo caso in modo completo o di consultarsi con il suo avvocato.

Da lì, le autorità messicane lo hanno espulso in Guatemala, dove ora vive nel timore di essere nuovamente preso di mira dai suoi precedenti aggressori, secondo i documenti del tribunale.

L'espulsione di O.C.G. ha probabilmente violato il giusto processo, secondo quanto riportato dalla CNN e citato da una sentenza emessa dal giudice distrettuale statunitense Brian Murphy venerdì sera.

Sebbene O.C.G. avesse espresso preoccupazione per l'invio in Messico, il giudice per l'immigrazione gli avrebbe assicurato che un tale trasferimento non sarebbe potuto avvenire senza ulteriori procedure, passaggi che alla fine sono stati trascurati, si legge nella sentenza.

"Quei passaggi necessari e le richieste di aiuto di O.C.G. sono stati ignorati. Di conseguenza, O.C.G. è stato consegnato al Messico, che lo ha poi rimandato in Guatemala, dove si trova ancora oggi in clandestinità", ha dichiarato Murphy.

Questo è il terzo caso noto in cui all'amministrazione Trump è stato ordinato di revocare un'espulsione ingiusta.

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