Italia satellite: Musk esce dalla porta e rientra dalla finestra
di Elisa Fontana *

Riannodiamo un po’ di fili della memoria. Nei mesi scorsi l’amico Elon Musk ha fatto una corte serrata all’amica Giorgia, favorendola in tutti i modi per avere appuntamenti veloci con Trump, lodandone la fibra umana e politica, additandola come esempio virtuoso a tutto il mondo. No, non era un banale innamoramento, ma una danza di avvicinamento sempre più serrata per ottenere che il governo italiano scegliesse Starlink, la piattaforma di satelliti di Elon, e le affidasse la nostra sicurezza civile e militare.

E la cosa si sarebbe già conclusa con grande soddisfazione di tutti se non fosse entrato qualche sassolino ad inceppare l’ingranaggio. Da una parte lo stesso Musk, che inebriato oltre ogni misura del proprio potere, minacciò l’Ucraina di spegnere la propria rete di satelliti, se non fosse scesa a più miti consigli sulla via della pace, pronosticando un crollo ucraino in 24 ore senza l’apporto della sua rete. E già questo sarebbe bastato e avanzato per capire con chi si ha a che fare.

Dall’altra parte, grosse perplessità furono espresse anche dal Quirinale in relazione da una parte alla sicurezza nazionale e dall’altra ai dati dei cittadini che sarebbero finiti in mani private, con tutti i rischi che ne potevano conseguire. E così la faccenda parve raffreddarsi, ad Andrea Stroppa, luogotenente di Musk in Italia, fu ordinato di tenere un profilo basso e tutto parve finire lì.

Salvo che qualche giorno fa Stroppa ha rilasciato una intervista in cui pubblicamente e senza peli sulla lingua ha accusato il ministro Urso di essere contrario al progetto e di aver bloccato tutto, pur in presenza del sostegno pubblico di Crosetto, Cingolani per Leonardo e generali vari. E con la finezza che contraddistingue lui e il suo padrone ha sottolineato come “Elon Musk non è mai intervenuto direttamente nei colloqui riguardo Starlink. Le uniche volte che è intervenuto direttamente è stato per facilitare i rapporti istituzionali Italia–Stati Uniti. Ed i risultati si vedono. Ma questo è un altro discorso”.

Cioè, Giorgina è stata ricevuta velocemente da Trump a gennaio, durante l’arresto di Cecilia Sala, grazie a Musk, il grande Facilitatore.

Naturalmente, il ministro Urso non ha preso bene le esternazioni di Stroppa e si è detto stupito delle sue parole, facendo capire che della faccenda si è parlato nel Consiglio supremo di difesa qualche settimana fa.

Davanti a questa diatriba polemica, poteva mai l’alacre Salvini rimanere indifferente a cotanto grido di dolore di Stroppa, cioè di Musk? Giammai. Ed ecco che veniamo a sapere che il ministro Salvini ha spinto con grande convinzione un accordo fra Ferrovie dello Stato e Starlink, grazie al quale i viaggiatori potranno disporre di valide connessioni per i loro strumenti tecnologici e telefonare tranquillamente anche se il treno entra in galleria.

Cioè, i satelliti di Musk, cacciati momentaneamente dalla porta, rientrano dalla finestra e si piazzano comodamente nella più grande rete ferroviaria d’Italia.

Si comincia con una intesa commerciale e poi ogni traguardo è lecito, in considerazione anche del fatto che pure il ministero della difesa e quello degli esteri stanno già testando i satelliti di Starlink su alcune nostre navi militari e in alcune nostre ambasciate. Insomma, se non puoi fare un accordo integrale, prova a fare uno spezzatino e pian piano otterrai ciò che farà felice l’amico Elon. E questo splendido governo potrà sventolare un altro successo mondiale.

Finchè a Musk piacerà di tenere l’interruttore acceso, ovviamente.

Coordinatrice Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio

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