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Chi è il nemico?
di
Rinaldo Battaglia *
Si racconta che il giorno dopo l’entrata in guerra dell’Italia, dopo che ’Il Piave mormorava, calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il 24 maggio”, all’alba del 25 maggio 1915, a Villesse, pochi chilometri prima di Gorizia, allora piccola cittadina ‘austriaca’ (a quel tempo si chiamava Viles) e solo dal 1919 diventata italiana, siano arrivate in avanscoperta e in bicicletta, due staffette dell’esercito italiano. Due Alpini del mitico battaglione Saluzzo, precisamente.
Non c’era nessuno in paese e la notizia della guerra dichiarata dall’Italia probabilmente aveva fatto già il suo colpo sulla popolazione locale.
Videro un giovane contadino del posto, Igino Fonzar, diretto come al solito – prima e dopo il 24 maggio - al lavoro dei campi e subito gli chiesero se avesse visto girare, nei paraggi, truppe nemiche.
Truppe nemiche?
Immediata la risposta peraltro nella stessa lingua dei soldati, il dialetto friulano, l’unica che entrambi parlassero e usassero.
“No... per il momento, solo voi. Voi s’é i primi...”
E’ sempre solo questione di punti di vista. Sbaglio?
Ognuno di noi è sempre ‘l’altro’ per qualcuno.
24 maggio 2025 – 110 anni dopo - dal mio ’A Podhum io scrivevo su muri’ - ed. Ventus/AliRibelli 2022
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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