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23 maggio 2025
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Trump vs UE: una via della seta europea?
di Roberto Rizzardi

L'Europa Unita non è una federazione, che a Trump sarebbe ancor più andata di traverso, ma solo una sorta di unione doganale con protocolli condivisi su vari argomenti, ma grazie a questo è anche un soggetto tendenzialmente in grado di avere un confronto con gli altri "player", come dicono quelli che se ne intendono, globali.

Quella particolare forma di unione doganale ha fatto sì che il continente potesse presentarsi nei confronti di USA, Cina, India e Russia come un mercato delle loro dimensioni, con una forma di coordinamento centralizzata, mentre per loro sarebbe stato più conveniente avere a che fare con tante entità statuali dotate di forza contrattuale molto più ridotta.

Quello che Trump ritiene un affronto è il fatto che la UE si sia data una forma in grado di contrattare allo stesso livello.

Gli USA si ritrovano in questo momento con un debito pubblico mostruoso (36mila miliardi di dollari, pari al 138% del loro Pil) e con bond in scadenza per il 2025 per 7.000 miliardi di dollari.

Grazie alle sue sguaiate iniziative (dazi, occupazioni minacciate di stati sovrani e sgarbi diplomatici assortiti) Trump è riuscito a terremotare i mercati e a far scappare gli investitori esteri, ritrovandosi di conseguenza ad alzare il tasso di rendimento delle nuove emissioni per riuscire a piazzarle (una cosa che conosciamo molto bene in quanto italiani), peggiorando quindi la situazione.

Le sue intemperanze, inoltre, hanno dato nuovo impulso ad un processo già iniziato con l'isolamento della Russia a seguito del conflitto ucraino, quando tutti i paesi che non hanno obbedito all'ordine di Washington di non commerciare più con Mosca hanno deciso di attivare canali che "giravano intorno" agli USA ed ai suoi alleati, creando un mercato parallelo piuttosto consistente.

E non si tratta di paesi emergenti con risorse scarse e strutture fragili, ma di colossi ben dotati e vitali, in grado di aggregare intorno a sé un habitat mercantile di tutto rispetto.

Quel processo si fa ora sempre più grande e consistente. Trump, come tutti i bulli, basa il proprio potere su minacce e pressioni morali, ma come con tutti i bulli se si va a vedere il bluff il prepotente si sgonfia come un soufflé quando si apre il forno prematuramente.

Se la classe politica europea non fosse così supinamente avvezza a guardare verso la Casa Bianca, questo sarebbe il momento di attivare una "Via della Seta" di caratura continentale, anche solo come minaccia.

Se ciò avvenisse gli USA potrebbero venire a più miti consigli, ma anche se non lo facessero avremmo trovato una valida alternativa ad un assetto che tenta in ogni modo di trascinarci a fondo con la derelitta economia statunitense, indebitata, senza linee di approvvigionamento, priva di strutture manifatturiere e con maestranze insufficienti e piuttosto dequalificate.


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