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Referendum: votare per fare i nostri interessi
di Lenny Bottai
Il referendum del prossimo 8-9 giugno ha aperto molte discussioni e contraddizioni, come è consono in una società allo sbando infestata da una politica opportunista.
C'è una sinistra, ed in parte anche dei sindacati, che hanno favorito a suo tempo la disgregazione dei diritti dei lavoratori, ma oggi che governa la destra - come già era accaduto in era Berlusconi - tornano sulle barricate con tanta demagogia.
Poi c'è la questione della cittadinanza, per la quale si propone di portare a 5 e non 10 anni il limite per chiederla, ed impazzano in rete i video di immigrati che delinquono con le ire di chi denuncia l'invasione di canaglie in corso, con questo quesito che viene posto come freno al tutto.
Io credo che al di là delle strumentalizzazioni le classi popolari debbano usare il referendum per scegliere e decidere cosa è meglio per loro, ricordando che in caso di vittoria non saranno di certo i demagoghi a vincere ma il popolo che vota.
Nel primo caso (4 quesiti) è bene tutelare il lavoro, quindi votare per i diritti di chi suda il pane a prescindere da chi strumentalizza il tutto.
Nel caso della cittadinanza invece è bene chiarire che questa legge implica delle regole precise, ovvero lavoro, quindi reddito e stabilità economica, residenza, non avere precedenti che possono costituire un rifiuto e conoscenza della lingua, quindi si rivolge a soggetti che non hanno come obiettivo fare una vita nelle parti oscure della società, quelli, per volere o condizioni, alla cittadinanza non ci pensano neppure. Quindi, favorire il processo di integrazione per chi ha i requisiti può solo servire a distinguere meglio.
È compito nostro capire che il mondo va in una direzione sempre più cosmopolita, si oppongono solo i moicani a questa dinamica, oppure paesi come USA e Australia che sono stati a suo tempo colonizzati e strappati ai legittimi abitanti ed oggi fanno i suprematisti. Quindi non resta che favorire i processi di legalizzazione di chi ha buone intenzioni ed i requisiti per ottenere la cittadinanza, altrimenti ragioniamo al contrario.
Se poi vogliamo parlare del fenomeno migratorio dobbiamo comprendere le economie mondiali, fatte di neocolonialismo, guerre per il dominio delle risorse, quindi delocalizzazione e sfruttamento di manodopera a basso costo, ma questo prescinde dalla legge in questione.
Ecco perché, con coscienza, è bene andare a votare e fare i nostri interessi.
Chi dice di astenersi, è timido, oppure di votare no, sta dalla parte degli sfruttatori.
Poi per chi è dubbioso ritengo sia importante riflettere sul fatto che c'è chi vive di politica ed indica l'astensione.
 
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