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19 maggio 2025
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Elezioni: due mandati e mezzo
di Cassiopea

In questi tempi meloniani e tristi stiamo imparando (a nostre spese) a conoscere diverse nuove cose. Per esempio, anche le crisi politiche col trucco.

Accade nel nobilissimo Friuli-Venezia Giulia in preda ad una crisi politica falsa come le promesse di Meloni.
A meno di 24 ore dal prevedibile, definitivo, rigetto in Consiglio dei Ministri della legge che prevedrebbe il terzo mandato per i governatori delle Regioni autonome, rigetto inevitabile visto che leggi elettorali delle Regioni “non possono, a pena di illegittimità costituzionale, violare il principio” del divieto di terzo mandato consecutivo dei presidenti; bene 24 ore prima dell'ovvio rifiuto istituzionale, in Friuli-Venezia Giulia gli assessori della Lega, della lista Fedriga e di Forza Italia hanno restituito le deleghe a Fedriga Presidente della Giunta Regionale.

Naturalmente è tutto finto.
Sembrerebbe (apparentemente) infatti, che gli assessori leghisti e poi quelli di Forza Italia, della giunta di Massimiliano Fedriga (Fratello di Taglia) abbiano rimesso le deleghe in Friuli-Venezia Giulia a causa di una rottura sulla Sanità con il partito di meloni. La vicenda nascerebbe da una polemica sull’ospedale di Pordenone, inaugurato in ampio anticipo sull’effettiva apertura. Cosa che ha spinto il ministro Luca Ciriani (fratello pure lui) ad una dura intervista sulla sanità friulana, aprendo la strada ad una caduta anticipata del governo della Regione in carica dal 2023.

In realtà Fedriga ha deciso di farsi sfiduciare, sfruttando la possibilità di candidarsi per un terzo mandato (due e mezzo diciamo) ipotesi resa possibile dalla normativa che consentirebbe il tris se il secondo mandato non abbia superato i due anni, sei mesi e un giorno.

In questi tempi meloniani e tristi stiamo imparando a conoscere diverse nuove cose. Fedriga “ha comunicato l’intenzione di confrontarsi con il segretario nazionale di Fratelli d’Italia”, Arianna Meloni, “prima di assumere ulteriori decisioni”.

Che non capiscono niente è evidente; che sono convinti che pure noi non capiamo niente. Tutto è certificato dal fatto che il provvedimento di rigetto del terzo mandato dovrebbe essere presentato nientemeno che da Roberto Calderoli nella sua veste di ministro per gli Affari regionali e le Autonomie. L’uomo che è (è stato?) il simbolo e l’incarnazione di tutte le stagioni autonomistiche della Lega, dovrebbe accompagnare al patibolo un legge autonoma di una Regione autonoma.

E' tutto finto e tutto col trucco.

A Meloni ormai è rimasto solo Edi Rama, il premier albanese, che si inginocchia davanti a lei. O, sia chiaro, per un miliarduzzo facile facile e inutile inutile mi inginocchierei pure io.


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