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Papa: famiglia tradizionale culla della morale
di Andrea Battantier *
Il nuovo papa, Leone XIV, ha subito deciso di regalarci una perla di saggezza medievale:
«La famiglia è una sola», e tutte le altre sono nessuna.
Ma certo, santità! Perché mai dovremmo considerare valide quelle famiglie composte da due mamme, due papà, genitori soli, nonni che crescono nipoti, o comunità scelte da adulti consenzienti?
No, no, meglio attenersi al modello "uomo + donna + prole + frustrazioni represse + segreti inconfessabili", quello sì che è un vero capolavoro di stabilità emotiva.
E pensare che, nella Bibbia, la "famiglia tradizionale" includeva poligami, concubine, figli venduti come schiavi e patriarchi che offrivano le proprie figlie a stupratori per salvare degli angeli (Genesi 19).
Epperò, solo la chiesa sa qual è l’unico modello accettabile' la famiglia tradizionale, un paradiso di sanità mentale.
Il Papa ci assicura che la famiglia tradizionale è «il luogo in cui si imparano le virtù dell’aiuto e della collaborazione reciproca».
Ah, sì? Allora perché:
1) Il 70% dei femminicidi avviene in famiglia?
2) I casi di violenza domestica esplodono proprio tra mura "sacre"?
3) La maggior parte degli abusi sui minori avviene per mano di parenti stretti, spesso benedetti da un prete in un bel matrimonio cattolico?
E non dimentichiamo i "valori cristiani" che hanno plasmato secoli di mogli sottomesse, figli picchiati e omosessuali perseguitati. Che bel curriculum!
La chiesa ama parlare di "natura", ma solo quando le fa comodo. La chiesa lo sa che l’omosessualità esiste in oltre 1.500 specie animali?
E che le relazioni poliamorose sono documentate in decine di culture?
Che i figli cresciuti da coppie omosessuali hanno risultati migliori in alcuni studi sul benessere psicologico?
Epperò dio ha parlato, e ha detto: «Solo io posso decidere cos’è una famiglia, anche se ho creato un universo di infiniti modelli possibili».
Che cos'è il business della morale? Tanto per dirne una, la chiesa non difende la famiglia per amore, ma per controllo.
Una società libera, con modelli plurali, è difficile da dominare. Se la gente scoprisse che si può amare senza permessi ecclesiastici, chi avrebbe ancora bisogno di confessori, matrimoni in chiesa e dottrine sulla sessualità?
Il cattolicesimo è ossessionato dal sesso perché ne è terrorizzato.
E invece di affrontare le proprie ipocrisie (vedi: preti pedofili, banche vaticane, scandali finanziari), preferisce dare lezioni di moralità.
L'amore non ha bisogno di visti vaticani. Una società matura non ha bisogno di dogmi per riconoscere l’amore.
Occorre sbattere in faccia alla chiesa le sue contraddizioni:
Se due uomini che si amano sono una minaccia, allora forse il problema è vostro, non loro.
Dio è grande, ma stranamente odia le stesse persone che i preti odiano.
Caro Papa Leone XIV, invece di sprecare fiato contro famiglie diverse, perché non affronti i veri problemi della Chiesa?
Forse perché è più comodo dare la colpa ai gay che ammettere che il Vaticano è un club di vecchi ricchi che predica la povertà?
In tanti (sempre di più!) continueremo a credere in una società dove l’amore -e non un’antica superstizione- decide cosa sia una famiglia.
* Psicologo, Componente del Comitato Tecnico-Giuridico dell'Osservatorio
 
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