Russia-Ucraina: la pace passa attraverso la sconfitta dell'UE
di Sandro Valentini
Zelensky ha riconosciuto che deve trattare con Putin. Questo è il vero punto del vertice di Istanbul.
Aveva giurato per tre anni che non sarebbe mai accaduto. "Lo Stato sono io" ha sostenuto. La vera questione è questa e non la qualità della delegazione russa.
Il resto è narrazione occidentale. Non è Putin in un angolo ma Zelensky, che ora non ha più la possibilità di poter smentire una delegazione da lui stesso guidata, come aveva fatto con Istanbul 1.
In realtà la pressione di Trump su Zelensky per una presenza a Istanbul si è confermata vincente rispetto a quelle dei volenterosi che volevano evitare l'incontro. La presenza di Rubio incastra il regime di Kiev ad avviare la trattativa.
E non è un caso che la Casa Bianca che ha posto la questione della presenza di Putin in quanto a monte vi è un accordo con il Cremlino. Putin non avrebbe lanciato la proposta di riprendere il negoziato se non avesse avuto questo accordo con Trump.
Le richieste dei russi sono sostanzialmente tre.
La prima richiesta di Putin è che l’Ucraina non entri nella Nato.
La seconda richiesta è la smilitarizzazione dell'Ucraina.
La terza è il riconoscimento dei quattro Oblast annessi il 30 settembre 2022.
La trattativa sarà molto complessa e se non si giungesse a un accordo totale un incontro ad alti livelli sarebbe inutile e prematuro. Ma con questo negoziato il regime di Kiev deve giocoforza sedersi al tavolo con buona pace dei volenterosi e della UE che non vuole trattare veramente.
L’Europa cerca la tregua per riarmare l’Ucraina. Non desidera la pace perché la pace tra Russia e Ucraina passa attraverso la sconfitta dell’Europa. Spegnere i cannoni significa accendere i riflettori su questa tragica realtà.
 
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