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ONU: preoccupati per espulsioni USA di migranti
di Aurora Gatti
L'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite ha espresso oggi "profonda preoccupazione" per l'espulsione di un gran numero di cittadini stranieri dagli Stati Uniti, in particolare quelli inviati in Paesi diversi dal proprio, avvertendo che la pratica potrebbe violare gli standard internazionali sui diritti umani.
Tra il 20 gennaio e il 29 aprile, 142.000 persone sono state espulse dagli Stati Uniti, secondo i dati ufficiali. Tra queste, almeno 245 venezuelani e circa 30 salvadoregni sono stati trasferiti a El Salvador, dove si ritiene che molti siano detenuti nel famigerato carcere di massima sicurezza, il CECOT.
"Questa situazione solleva serie preoccupazioni riguardo a una vasta gamma di diritti fondamentali sia per il diritto statunitense che per quello internazionale: il diritto al giusto processo, alla protezione dalla detenzione arbitraria, all'uguaglianza davanti alla legge, alla protezione dall'esposizione a tortura o altri danni irreparabili in altri Stati e a un ricorso efficace", ha dichiarato Volker Turk.
Secondo la dichiarazione, questi individui sarebbero stati deportati ai sensi dell'Alien Enemies Act in quanto presunti membri di una gang e ora sono detenuti senza accesso a un consulente legale o contatti con le loro famiglie. Tuttavia, molti dei detenuti non sono stati informati dell'intenzione del governo statunitense di deportarli e trattenerli in un paese terzo, del fatto che "molti non avevano accesso a un avvocato e che non erano di fatto in grado di contestare la legittimità della loro espulsione prima di essere espulsi dagli Stati Uniti".
"Le famiglie con cui abbiamo parlato hanno espresso un senso di totale impotenza di fronte a quanto accaduto e il loro dolore nel vedere i propri cari etichettati e trattati come criminali violenti, persino terroristi, senza alcuna sentenza del tribunale", ha dichiarato Turk. "Anche il modo in cui alcuni individui sono stati detenuti ed espulsi – incluso l'uso di catene – così come la retorica degradante usata contro i migranti, è stato profondamente inquietante".
L'Alto Commissariato per i diritti umani ha documentato la presenza di oltre 100 venezuelani che si ritiene siano detenuti nel CECOT.
Turk ha chiesto agli Stati Uniti di interrompere i rimpatri verso Paesi in cui le persone rischiano la tortura o altri danni irreparabili. Ha dichiarato: "Ho chiesto al governo degli Stati Uniti di adottare le misure necessarie per garantire il rispetto del giusto processo, di dare tempestiva e piena attuazione alle decisioni dei suoi tribunali, di salvaguardare i diritti dei minori e di fermare il rimpatrio di qualsiasi individuo verso qualsiasi Paese in cui vi sia un rischio reale di tortura o altri danni irreparabili".
L'ufficio per i diritti umani ha osservato che, fino ad oggi, le autorità statunitensi o salvadoregne non hanno pubblicato alcun elenco ufficiale dei detenuti, mentre il loro status legale in El Salvador resta poco chiaro.
 
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