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10 maggio 2025
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La frequente ripetizione
di Rinaldo Battaglia *

“Un modo sicuro di indurre la gente a credere a cose false è la frequente ripetizione, perché la familiarità non si distingue facilmente dalla verità”. Sono parole del premio Nobel Daniel Kahneman, che da bambino e da ebreo sulla sua pelle visse le atrocità della Shoah.

La frequente ripetizione! Quanta verità in quelle sue parole. E ancora una volta l’ho visto di recente nel corso della Ricorrenza del 25 Aprile, dove troppe persone politiche – talvolta involontariamente, credo, e talvolta in modo storicamente disonesto – ricordano (uso parole testuali) la Resistenza ‘contro un esercito straniero’.

Ed è falso concettualmente e storicamente ed il ripeterlo diventa inganno, diventa truffa verso i più deboli e meno informati culturalmente. La documentazione attuale, ad oggi, certifica che durante la nostra guerra civile, dall’8 settembre ’43 ai primi di maggio’45 in Italia – centro-nord quasi totalmente – vi sono stati almeno 5.888 ‘episodi’ di eccidi nazifascisti con complessive 24.455 persone uccise ‘senza armi in pugno’. Di queste 816 erano bambini sotto i 12 anni.

È documentato che in almeno 2.282 ‘episodi’, che procurarono ben 8.351 vittime, vi fosse la presenza accertata di fascisti italiani, più o meno regolari.

Jean Paul Sartre, un altro che conobbe sulla sua pelle il dolore fisico e peggio morale dei lager nazisti, affermava che “Il fascismo non è definito dal numero delle sue vittime, ma dal modo con cui le uccide”.

E continuare con frequente ripetizione a sostenere che la Resistenza era ‘contro un esercito straniero’ è un altro modo di mantenere in vita il fascismo e di uccidere ancora la verità.

Oggi è il 10 maggio. 81 anni fa come oggi, in Val Sangone, in Piemonte, iniziava l’operazione denominata ‘Habicht’ (‘falco’ in tedesco) che si concluderà il 18 maggio coinvolgendo anche l'ampia area di Cumiana, Barge e le valli di Susa, Chisone, Germanasca e Troncea.

Il primo giorno – in quel 10 maggio ’44 – solo a Castelnuovo di Pinasca si parla di 12 ragazzi uccisi, presi a tradimento e peraltro 4 di loro non vennero mai identificati per le violenze subite prima di esser ammazzati. Nunzio Fiorini era un ragazzo del 1925, quasi tutti gli altri della classe 1924, renitenti alla leva del Bando Graziani del 18 febbraio ’44. Vennero fucilati i mentre cercavano di unirsi alle formazioni partigiane della zona: imprigionati e torturati presso i Salesiani di Perosa, furono fucilati e sepolti sotto il ponte del Rio Castelnuovo.

L’operazione ‘Habicht’ venne studiata dagli uomini del fascio in sinergia coi nazisti o viceversa. E condotta sul campo da reggimenti delle S.S. (la SS-Polizei-Regiment 15 e la SS-Polizeiregiment 12), da reparti di polizia militare nazista (la Feldgendarmerie-Abteilung 541), da 2 compagnie di Battaglioni dell'Est (la Ost-Bataillon 263 e la Ost Bataillon 617), da un plotone di gendarmeria tedesco (la Gendarmerie-Zug Nr. 1) e dai nostri italiani.

Precisamente: la compagnia Arditi del Battaglione Guardie Confinarie della Guardia Nazionale Repubblicana, la compagnia OP della Guardia Nazionale Repubblicana di Torino e cinquanta legionari del Gruppo "Leonessa", fanatici fascisti che saranno premiati ed onorati anche a Milano il 18 dicembre ’44 dal Duce in persona, nel cortile della caserma di via Lamarmora.

In tutto si parla di almeno 1.510 uomini impegnati nella ‘Habicht’.

Dopo l’eccidio del 10 maggio, si proseguirà il 13 maggio a Sant’Antonio di Susa, con altri 17 morti, quasi tutti anche qui ragazzi o poco più. L’operazione nazifascista si concluderà il 18 maggio e registrerà oltre cento partigiani e circa diciotto civili (le fonti tedesche parlano però di 156 morti) uccisi tra combattimenti ed eccidi, borgate saccheggiate e bruciate (in particolare Forno e Pontetto), deportazioni nei lager nazisti.

Se le fonti nazifasciste parlano, vantandosi, di 156 morti, altri documenti delle Brigate partigiane Garibaldi denunciano invece ripetute violenze e le torture sistematiche subite dai partigiani e dai civili, prima di essere brutalmente giustiziati dai nazisti e dai fascisti. In molti casi si parla anche di ‘uomini sepolti ancora vivi’.

La Resistenza era solo ‘contro un esercito straniero’? Ne siete proprio sicuri?

Dalle mie parti politici di primo piano a livello istituzionale più volte lo hanno scritto, anche con ‘lettere aperte ai veneti’. A chi giova questo?

Perché narrare la Storia in modo diverso? Falsare il passato, scriveva George Orwell in 1984, ha solo un senso: “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”.

Controlla, ossia manipola il potere in modo illiberale e non democratico. Cosa si aspetta per fermare con la conoscenza (cultura) e la scienza (documenti) questa colpevole frequente ripetizione?

10 maggio 2025 – 81 anni dopo – Liberamente tratto dal mio ‘Il tempo che torna indietro – Seconda Parte” - Amazon – 2024

* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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