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Santanche' fa lezione a Marina B
di Elisa Fontana
Ieri Marina Berlusconi, commentando i primi 100 giorni di Trump non ha avuto peli sulla lingua. "Ero preoccupata e sono preoccupata in generale per quello che Trump fa: se devo essere sincera, obiettivamente quelle che erano solo preoccupazioni durante la campagna elettorale si sono trasformate in realtà. Sono bastati pochi giorni, parliamo di 100 giorni, per far vacillare le certezze su cui era stato costruito l'ordine politico ed economico del dopoguerra e per infliggere un colpo durissimo alla credibilità dell'America e dell'Occidente".
Apriti cielo! Ma si può essere così sciaguratamente chiari e senza protezioni di sorta parlando di Trump, faro nella notte di Giorgino, leader assoluto di quella destra pugnace che non deve chiedere mai e che tanta invidia suscita nella nostra presidenterrima ancora frenata dai lacci e lacciuoli del parlamentarismo? Giammai!
Ed ecco infatti intervenire immediatamente la splendida Daniela Santanché a rintuzzare l’infelice uscita della Berluschina e ad impartirle una lezione di bon ton politico-istituzionale, reparto in cui Daniela è maestra.
Ed eccola qui, in tutta la sua indignazione: "Io non sono abituata a giudicare quello che fanno i leader e i presidenti delle altre nazioni. Credo che sia ovvio che Donald Trump a volte, in termini di comunicazione, le spari grosse, ma forse è una tecnica e poi dobbiamo vedere quali saranno i risultati”. Perché quelli che ha già ottenuto non sono ancora sufficienti, verrebbe da dire.
E termina con l’aria della contessa ferita dalla volgarità del popolo: "non mi sembra giusto intervenire a gamba tesa con giudizi su un presidente degli Usa che è un nostro alleato con il quale, a prescindere da chi è il presidente, dobbiamo avere rapporti assolutamente buoni, anzi direi ottimi, di collaborazione". E, dunque, se Trump decide di buttarsi dalla rupe Tarpea noi, da bravi collaboratori, lo seguiamo senza colpo ferire, grati del fatto di poter collaborare seco lui.
Ma Marina Berlusconi è innanzitutto una imprenditrice che conosce molto bene i danni fatti da Trump e l’instabilità portata con le sue assurde e rodomontesche dichiarazioni. Non parla a vuoto non conoscendo la materia, è a capo di un impero e fa i conti tutti i giorni con le fibrillazioni dei mercati e con le instabilità politiche. Fa impressione, invece, che Santanché, che si picca di essere imprenditrice anche lei, non capisca le preoccupazioni espresse da una collega.
Tranne che il concetto di imprenditorialità dell’una sia molto diverso da quello dell’altra, come dimostrano le disinvolte condotte di Santanché fra accuse di bancarotta e di truffa allo Stato, compravendite opache di ville milionarie ed altro.
E tranne anche il desiderio di ingraziarsi l’amica Giorgina che fino ad ora l’ha coperta e difesa da ogni ipotesi di allontanamento dal governo.
In ogni caso fa davvero specie vedere una politica come Santanché voler dare lezioni di correttezza politico-istituzionale e di saper vivere non solo a Marina Berlusconi, ma, se è per quello, a chiunque. Si vede proprio che la capacità l’imprenditoriale è una dote importante, ma la sfrontatezza di più.
 
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