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Algeria celebra vittime della guerra di liberazione coloniale
di Anna Carla Amato
Il presidente algerino ha ribadito mercoledì che il dossier della memoria nazionale relativo al dominio coloniale francese sul Paese "non sarà soggetto a oblio o negazione".
Le dichiarazioni di Abdelmadjid Tebboune sono state rilasciate in un discorso alla nazione in occasione dell'80° anniversario dei massacri dell'8 maggio 1945, commessi dalle autorità coloniali francesi, in cui 45.000 manifestanti pacifici furono uccisi mentre chiedevano alla Francia di mantenere la sua promessa di indipendenza, dopo che gli algerini l'avevano sostenuta durante la Seconda Guerra Mondiale.
"Le manifestazioni dell'8 maggio hanno veramente espresso l'attaccamento del popolo algerino alla libertà, alla dignità e all'orgoglio, mentre affrontava uno dei genocidi e crimini contro l'umanità più orribili della storia moderna, sacrificando oltre 45.000 martiri per la libertà e la liberazione", ha dichiarato Tebboune.
In quell'occasione, Tebboune ha ribadito la ferma posizione dell'Algeria riguardo agli archivi, da tempo fonte di tensione con Parigi, affermando: "Il dossier della memoria non sarà soggetto a oblio o negazione".
Ha affermato che "non rinunciare a questo dossier deriva dalla lealtà verso i sacrifici dei martiri dei massacri commessi dal colonialismo francese in Algeria", in particolare nelle province di Sétif, Kherrata e Guelma a est, Ain Temouchent a ovest e in altre zone, dove decine di migliaia di civili furono uccisi in uno dei più violenti crimini coloniali.
Ha collegato i sacrifici del suo popolo durante il colonialismo all'attuale ambizione del Paese di costruire un modello di sviluppo sostenibile che preservi la sovranità nazionale e l'indipendenza decisionale.
Tebboune ha inoltre ribadito la sua intenzione di attuare una strategia per indirizzare l'economia algerina verso una nuova direzione, capitalizzando l'"immenso potenziale" del Paese e migliorando il benessere della sua popolazione.
Fonti storiche indicano che i massacri dell'8 maggio 1945 durarono più di 40 giorni, durante i quali le forze coloniali impiegarono metodi di repressione brutali, tra cui esecuzioni di massa e la combustione di civili vivi in "fornaci da calce".
La commemorazione di quest'anno si svolge in un contesto di crescenti tensioni nelle relazioni franco-algerine, che hanno raggiunto il livello di reciproci ritiri di ambasciatori ed espulsioni di diplomatici, in un contesto di continue controversie sulla memoria e sulla storia coloniale.
Un ruolo nei contrasti ha avuto anche il rifiuto di Algeri di supportare con i propri aeroporti e spazi aerei un attacco armato al Niger quando quest'ultimo si è sottratto all'influenza francese ed europea, aderendo successivamente all'AES.
 
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