 |
Vittime di mafia: il Capitano Basile
di Pino Maniaci
Doveva essere una serata felice quella del 4 maggio 1980. A Monreale, il Capitano dei carabinieri Emanuele Basile, trent'anni, stava aspettando di assistere al tradizionale spettacolo pirotecnico per la festa del Santissimo Crocifisso, in compagnia di sua moglie e di sua figlia Barbara, che teneva in braccio.
Ad un certo punto si sentì un botto ma non erano fuochi d'artificio. Un commando mafioso cominciò a fare fuoco contro il capitano, che venne crivellato di colpi alle spalle.
I killer non si fermarono nemmeno davanti la piccola, di soli quattro anni, mancata per un soffio: protetta dalle braccia di quel grande uomo in divisa, suo padre, che aveva portato avanti delle delicate indagini sull'uccisione di Boris Giuliano, sui traffici di stupefacenti e sull'ascesa dei Corleonesi.
Qualche settimana dopo quell'omicidio, a Monreale arrivò il nuovo Capitano. Si chiamava Mario D'Aleo. Tre anni dopo venne ucciso anche lui, a ventinove anni. Da lì a poco si sarebbe sposato.
Così i mafiosi di Cosa nostra punivano chi non si voltava dall'altra parte.
 
Dossier
diritti
|
|