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03 maggio 2025
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3 maggio: la stampa libera è necessaria come l'acqua
di Rita Guma *

“Solo una stampa libera e non soggetta a limitazioni può efficacemente denunciare gli inganni da parte del governo”, scrisse nel secolo scorso Hugo Lafayette Black, politico e giudice della Corte Suprema USA e lo ricordiamo oggi, Giornata mondiale della libertà di stampa che viene in tempo di guerra nel quale - come si sa - la prima vittima è la verità.

Infatti qualcuno ha pensato che libertà di stampa significasse scrivere parole in libertà, delegittimare, rivittimizzare, falsificare la realtà dei fatti o inventare storie di sana pianta spacciandole per vere, piegandosi al potere o vendendosi al miglior offerente...

“Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso... e pubblica il falso.” scriveva Mark Twain riguardo questi personaggi.

Qualcun altro ha pensato che chi esercita davvero la libertà di stampa andasse eliminato e così ha posto fine alle vite di Giancarlo Siani, Pippo Fava, Walter Tobagi, Mario Francese, Ilaria Alpi, Mariagrazia Cutuli, Miran Hrovatin, Andrea Rocchelli, Shireen Abu Akleh, Lourdes Maldonado López, Veronica Guerin, Ruhollah Zam e con loro di migliaia di altri giornalisti in tutto il mondo.

"Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano" scrisse Anna Politkovskaja "Non sono la sola ad essere in pericolo".

Qualcuno infine ha incarcerato chi di quella libertà ha fatto un impegno coraggioso come Judy Miller, Shane Bauer, Katerina Borisevich, Maziar Bahari, Zhang Zhan, Sepideh Gholian e tanti altri, puniti per le loro inchieste o per costringerli a rivelare le loro fonti.

E questo è avvenuto sia nelle dittature che in quelle che consideriamo democrazie, dove non sempre, evidentemente, si accetta che “I media hanno il diritto-dovere di pubblicare per informare la collettività.” (Julian Assange) e che, come diceva Wilbur Storey, "E’ dovere di un giornale stampare le notizie e scatenare l’inferno".

E poi ci sono quelli che onorano la professione e cui viene comunque, ad un certo punto, messo un bavaglio. Oggi abbiamo costantemente sotto tiro alcuni reporter di guerra o giornalisti come Sigfrido Ranucci, di Report.
Anni fa l'editto bulgaro colpì fra gli altri Enzo Biagi, di cui, per chiudere, voglio ricordare un pensiero indicativo del perché la sua carriera in RAI fu stroncata: "Considero il giornale un servizio pubblico come i trasporti pubblici e l'acquedotto. Non manderò nelle vostre case acqua inquinata."

* Presidente Osservatorio


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