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02 maggio 2025
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Zelensky minaccia, Medvedev risponde
di Francesco Dall'Aglio

Non mi pare sia ancora stato diffusa dai media occidentali (posso sbagliarmi, e non dubito che comunque avverrà a breve) una dichiarazione di Zelensky che sta invece infiammando i media e i sociali ucraini e russi, con tanto di risposta "ufficiale" di Medvedev: Zelensky ha dichiarato in conferenza stampa non solo che la proposta russa di una tregua per tre giorni è irricevibile (e questo lo sappiamo), ma anche che l'Ucraina non garantisce la sicurezza di coloro che si recheranno a Mosca in occasione della parata del 9 maggio.

Non ha ovviamente detto che l'Ucraina lancerà un drone su Xi Jinping o su Lula, ma che "non sappiamo cosa farà la Russia in quelle date. Potrebbero intraprendere determinate azioni – incendi, esplosioni e così via – e poi accusare noi".

Se non è una minaccia diretta poco ci manca, viste soprattutto le dichiarazioni dei giorni precedenti sul fatto che la Russia "fa bene" ad essere preoccupata per le celebrazioni del 9 maggio; l'accenno ai false flag, che come si sa possono essere impiegati in entrambe le direzioni, è poi particolarmente suggestivo.

Io ho aspettato un po' prima di scrivere perché la notizia è stata battuta per prima da Interfax, che non è proprio il massimo in quanto ad attendibilità. Vedo però che anche gli altri media ucraini la stanno riprendendo (RBK-Ukraina ad esempio), oltre a tutti i social, per cui la pubblico e resto in attesa di vedere come se ne verrà fuori e come i nostri media la presenteranno, perché non è proprio il massimo, diciamo - non prima però di aver riportato la risposta di Medvedev (1) alla quale accennavo all'inizio, molto in linea col personaggio: se succede qualcosa alla parata del 9 maggio, a Kiev non ci sarà il 10 maggio.

La guerra, come era prevedibile, continua e non accenna minimamente a fermarsi.


(1) (nostra traduzione) "Quel coglione verde e non rasato ha dichiarato di respingere la proposta di Putin di una tregua di tre giorni il 9 maggio e di non poter garantire la sicurezza dei leader mondiali a Mosca.
E chi cerca le sue garanzie? Solo una provocazione verbale. Niente di più.

Il furfante capisce che nel caso di una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, nessuno può garantire che a Kiev arriverà il 10 maggio
".


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