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PD e referendum: fare e disfare è un gran lavorare
di Stefano Masson
FARE E DISFARE È UN GRAN LAVORARE
Detto lombardo che mi è particolarmente caro: riassume efficacemente un tratto saliente del capitalismo.
Ma questa volta possiamo agevolmente applicarlo ai prossimi referendum: il faticoso, arduo, quasi impossibile tentativo di demolire le porcate demolitive di cui il PD ha disseminato il diritto del lavoro nell'arco di un decennio.
La cosa curiosa è che il PD ufficialmente li appoggia.
Potremmo rallegrarci di questo tardivo ravvedimento. Potremmo persino riderci di gusto: il PD ci sta dicendo quanto lurido e infame mascalzone è stato.
Tuttavia, "fare e disfare" è anche la collaudata tattica elettorale del PD, nella precipua variante del "disfare, facendo finta di rifare": sdoganare il fascismo, chiamando successivamente a coorte contro il fascismo, ad esempio.
E quindi, far finta di lavorare al successo dei referendum serve a recuperare una fettina di consenso proletario. Tutto qui.
E basta far finta. Tutto qui.
D'altronde, se i referendum avessero avuto una ragionevole possibilità di vincere, mai la CGIL li avrebbe promossi e mai il PD avrebbe aderito.
Poiché, però, il motto "spes contra spem" mi è altrettanto caro, in quanto perfettamente riassuntivo dell'agire comunista in questo desolante XXI secolo, vi invito caldamente ad andare a votare.
Sperare contro ogni speranza... Chissà...
 
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