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Il problema dei coloni importati da occidente
di Paolo Mossetti
Quando figure come Piero Fassino, Emanuele Fiano e la galassia dei "riformisti" parlano delle "radici socialiste" del sionismo contemporaneo stanno vendendo al loro pubblico (per lo più anziano e benestante) un frutto propagandistico avariato.
A dircelo non è Potere al Popolo, ma un pacato documentarista, Louis Theroux, il cui film è andato in onda su BBC dopo essere stato in bilico fino all'ultimo a causa di intimidazioni e polemiche.
In una scena cruciale si vede questo scambio incredibile:
Theroux: "Americano?" (al colono)
Colono: "Ti sembro cinese?"
Theroux: "Di Brooklyn?"
Colono: "Ci puoi giurare".
Come scrivono da decenni attivisti e studiosi seri, molti coloni non hanno alcun legame con la Palestina, eppure costituiscono gli attori decisivi di un processo espansionista violento.
Per gettare le basi di una soluzione a due Stati si doveva imporre - usiamo il passato data la situazione attuale - la rimozione dei coloni adoperando l'autorità europea e statunitense, come suggerito anche dall'avvocato israeliano Daniel Seidemann: anche lui non un estremista di sinistra, ma ex consigliere di David Cameron.
Un discorso di buon senso minimo, che in Italia per lunghi anni non ha potuto trovare spazio nemmeno su riviste e giornali di centrosinistra, piegati da paure e conformismi.
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