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Carestia (indotta) come arma
di Leandro Leggeri
Gli abitanti di Gaza perdono in media 18 chili sotto l'assedio israeliano.
Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Health, Population and Nutrition denuncia con dati allarmanti la catastrofe umanitaria che si consuma nella Striscia di Gaza. La ricerca, condotta dal dottor Asem Alnabih nel nord di Gaza, rivela che i residenti hanno perso in media 18,7 chili di peso a causa della fame forzata imposta dall'assedio israeliano.
Per sette lunghi mesi, uomini, donne e bambini hanno visto sparire non solo le loro case, ma anche le scorte alimentari, i mercati, le fattorie. Costretti a nutrirsi di mangimi per animali, erbe selvatiche e acqua contaminata, hanno subito danni irreparabili alla salute: diarrea, stitichezza, malnutrizione cronica.
Alnabih, che ha vissuto in prima persona questa tragedia, parla di una carestia intenzionale, usata come arma di guerra per spezzare la volontà di un popolo. Non si tratta di una semplice emergenza umanitaria, ma di un crimine sistematico, portato avanti con l'obiettivo di soffocare Gaza, di ridurla al silenzio.
E mentre il mondo guarda altrove, Gaza resiste. Ma a quale prezzo?
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