Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
26 aprile 2025
tutti gli speciali

Antifascismo è realizzare la Costituzione
di Giuseppe Franco Arguto

𝐏𝐞𝐫 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐬é 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐚 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐬é 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐢

𝘈𝘯𝘵𝘪𝘧𝘢𝘴𝘤𝘪𝘴𝘮𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘭𝘪𝘤𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘭’𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘰𝘳𝘢, 𝘮𝘢 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘦̀ 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘮𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘴𝘤𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘗𝘦𝘳 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘶𝘯𝘢 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢 𝘳𝘦𝘵𝘳𝘰𝘨𝘳𝘢𝘥𝘢 𝘣𝘦𝘯𝘴𝘪' 𝘢𝘵𝘵𝘶𝘢𝘭𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘢, 𝘱𝘶𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘪𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘪 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘯𝘥𝘢 𝘯𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘶𝘵𝘰 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘰-𝘴𝘰𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦. (Luciano Canfora, "Dizionario politico minimo", Fazi ed.)

Anche ieri i soliti idioti che ripetono quello che leggono sui giornali di partito o sentono dire dai loro leader in occasione di comparsate televisive o comizi a porte chiuse per resettare i cervelli letargici, senza aver alcuna cognizione di causa si avventurano in un revisionismo storico secondo i dettami che sono stati loro introiettati dalla propaganda fascista 4.0.

In Storiografia questo revisionismo non è un fenomeno isolato, ma l'astuta tendenza a modificare realtà e fatti storici ormai consolidati, in particolare sulla base di ricerche appunto tendenziose, volte a riconsiderare particolari aspetti delle cause che costituiscono i fatti, assunti a suo tempo come veri, ossia storicamente accettati da tutti come reali e inconfutabili. Il revisionismo storico è in corso d'opera negli ultimi anni grazie a una certosina manovra di reinterpretazione da parte dei capi-popolo fascisti, in riferimento ad avvenimenti politici della storia moderna, tra i quali appunto il ventennio fascista e l'ideologia nazional-socialista.

Il ruolo dell'antifascismo non è mai stato messo in discussione e, oggi più di sempre, appare necessario sottolineare come ogni forma di contrasto alla narrativa distorta della Resistenza, da parte del governo e del suo elettorato pedissequamente allineato, sia da affrontare, come in premessa indicato dal prof. Canfora traendo i suoi contenuti politico-sociali, con il piglio militante più serio ed efficace: non bisogna assolutamente sottovalutare i segnali repressivi che giungono dai palazzi di governo e dalle loro appendici armate e poliziesche.

L'antifascismo non deve essere avvertito e vissuto solo nel periodo delle ricorrenze che ne costituiscono l'apologia, ma attuato singolarmente con costanza di intenti da ogni fervido credente nei valori impliciti nella Rivoluzione che ha preso nome di Resistenza al fascismo; a tal fine è necessaria la costituzione di una Cultura pregna di contenuti robusti e non di slogan buoni solo per le celebrazioni e poi messi in cantina fino alla successiva ricorrenza.

𝙇'𝙖𝙣𝙩𝙞𝙛𝙖𝙨𝙘𝙞𝙨𝙢𝙤 𝙚̀ 𝙪𝙣𝙖 𝙛𝙚𝙙𝙚 𝙨𝙥𝙞𝙧𝙞𝙩𝙪𝙖𝙡𝙚 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚 𝙚𝙙 𝙚̀ 𝙨𝙪 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙪𝙥𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙞𝙖𝙨𝙘𝙪𝙣 𝙖𝙣𝙩𝙞𝙛𝙖𝙨𝙘𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙫𝙚 𝙥𝙚𝙧𝙘𝙚𝙥𝙞𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙧𝙚𝙨𝙥𝙤𝙣𝙨𝙖𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙚𝙡 𝙨𝙪𝙤 𝙤𝙥𝙚𝙧𝙖𝙩𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙪𝙣𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙨𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙖 𝙗𝙧𝙚𝙫𝙚 𝙩𝙚𝙧𝙢𝙞𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙘𝙞𝙧𝙘𝙤𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙚𝙧𝙢𝙚𝙨𝙨𝙤 𝙖𝙞 𝙛𝙖𝙨𝙘𝙞𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙜𝙤𝙫𝙚𝙧𝙣𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙡𝙤𝙩𝙩𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙞𝙜𝙞𝙖𝙣𝙖.

Come sostenne un anarchico poeta, musicista e cantante, occorre perseguire una direzione ostinata e contraria alla letteratura dell'oblio mediante la quale le forze capitaliste e liberiste tentano di riscrivere la Storia dell'Italia e dell'Europa, clonando il gene di tutti i fascismi in salsa tecnocratica.

Quando si afferma di essere sempre "in direzione ostinata e contraria", se si crede in quello che si dice, bisogna incominciare da sé stessi; ribaltare tutto il proprio castello di certezze o convinzioni; il fine è quello di arrivare a non avere più certezze e convinzioni. L'unica consapevolezza torna ad essere la propria ignoranza. Si riparte da lì, verso nuova consapevolezze.

Se si ha un «pensiero strutturato» - che non è un pensiero messo su con gli slogan - la prima cosa è sbatterci contro; vuol dire confutarne le motivazioni, ragionando contro-ragione. Il problema dei problemi è lì, in quella pretesa costante della 'ragione': ognuno la vuole per sé. Andare contro il proprio pensiero è, secondo una teoria nietzschiana, una modalità per superare la spinta antropocentrica che domina le controversie umane: "𝙥𝙚𝙧 𝙥𝙚𝙣𝙨𝙖𝙧𝙚 𝙨𝙚 𝙨𝙩𝙚𝙨𝙨𝙞 𝙗𝙞𝙨𝙤𝙜𝙣𝙖 𝙖𝙫𝙚𝙧𝙚 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙡 𝙘𝙤𝙧𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝙥𝙚𝙣𝙨𝙖𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙨𝙚 𝙨𝙩𝙚𝙨𝙨𝙞".

Il coraggio di autodenunciarsi.

Una direzione ostinata e contraria, per me che è una non-direzione, un non-senso-comune, riappropriandosi del lògos di cui è costituito lo spirito rivoluzionario.

Altrimenti, si continuerà a trascinarsi nei destini che altri hanno approntato secondo i loro interessi e finalità.


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale