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24 aprile 2025
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Stupri continui sui palestinesi ad opera dei carcerieri israeliani
di Tamara Gallera

Le organizzazioni per i diritti umani palestinesi hanno rivelato inquietanti resoconti di continue aggressioni sessuali ai danni di detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. In una dichiarazione congiunta rilasciata mercoledì, la Commissione Palestinese per gli Affari dei Detenuti e degli Ex Detenuti, insieme alla Società dei Prigionieri Palestinesi, hanno dettagliato le strazianti testimonianze dei detenuti nelle prigioni di al-Naqab e Ofer.

La dichiarazione congiunta ha confermato che stupri e aggressioni sessuali continuano a essere perpetrati ai danni di detenuti palestinesi, in particolare di quelli rapiti da Gaza. "Stupri e aggressioni sessuali contro i detenuti di Gaza sono in corso", si legge nella dichiarazione.

Una testimonianza descriveva un metodo di abuso utilizzato dalle guardie nel carcere di Ofer: "Nel campo di Ofer, le guardie trattengono intenzionalmente i detenuti e inseriscono ripetutamente un bastone nell'ano del detenuto fino a farlo sentire soffocare".

Il resoconto sottolineava inoltre che le guardie intensificano gli abusi in risposta al dolore della vittima. "Più il detenuto urla di dolore, più la guardia intensifica gli abusi", ha riferito il detenuto.

Questi atti di umiliazione pubblica rientrano in quello che i gruppi per i diritti umani descrivono come un modello di tortura sistematica. I sistemi di sorveglianza, tipicamente utilizzati per il monitoraggio della sicurezza, sarebbero stati riutilizzati come strumenti di abuso. Le guardie monitorano i detenuti attraverso telecamere e puniscono qualsiasi segno percepito di ribellione.

"Se un detenuto viene visto sorridere o mostrare un comportamento percepito come provocatorio, le guardie rispondono picchiandolo violentemente fino a farlo svenire oppure le unità di repressione impongono punizioni collettive a tutti i detenuti attraverso brutali perquisizioni e torture severe", si legge nella dichiarazione.

Queste testimonianze e resoconti evidenziano un quadro profondamente preoccupante di abusi sistematici, torture e negligenza medica a cui sono sottoposti i detenuti palestinesi, riflettendo una più ampia cultura di impunità all'interno del sistema carcerario israeliano.

Nonostante le crescenti prove e la condanna internazionale, le autorità israeliane continuano ad agire senza chiedere conto, impedendo ai responsabili di essere processati. Il silenzio e l'inazione delle istituzioni globali alimentano ulteriormente queste violazioni, consentendo a un sistema dispotico di persistere incontrollato, in cui i diritti umani fondamentali vengono sistematicamente ignorati di fronte al potere politico e al predominio militare.

Ricordiamo che quando emersero le prime prove sulle sodomizzazioni anche con bastoni elettrici da parte dei carcerieri israeliani, la questione fu oggetto di dibattito parlamentare per valutare se fosse accettabile usare simili metodi e sono state registrate dichiarazioni di deputati della Knesset che giustificavano e avallavano simili trattamenti inumani e degradanti.

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