Londra, Parigi e Berlino criticano Israele su blocco aiuti e attacchi ospedali
di Tamara Gallera

Mercoledì Francia, Germania e Regno Unito hanno condannato il blocco israeliano degli aiuti umanitari a Gaza, chiedendo l'immediata ripresa della distribuzione di aiuti senza restrizioni e un rinnovato impegno per un cessate il fuoco.

"Israele ha bloccato completamente l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza per oltre cinquanta giorni", hanno dichiarato i ministri degli Esteri in una nota, avvertendo delle gravi conseguenze per la popolazione palestinese. "I rifornimenti essenziali non sono più disponibili o si stanno esaurendo rapidamente. I civili palestinesi, tra cui un milione di bambini, corrono un rischio acuto di fame, epidemie e morte. Questo deve finire".

La dichiarazione ha sottolineato che durante il cessate il fuoco di quasi due mesi, entrato in vigore a gennaio, gli aiuti sono stati distribuiti su larga scala dalle Nazioni Unite e dalle ONG internazionali, in contrasto con la situazione attuale che i ministri definiscono "intollerabile". Hanno inoltre espresso forte disapprovazione per le recenti dichiarazioni del ministro della Difesa israeliano Israel Katz e per i piani che suggeriscono una presenza israeliana prolungata a Gaza dopo la guerra.

"I recenti commenti del Ministro Katz, che politicizzano gli aiuti umanitari e i piani israeliani di rimanere a Gaza dopo la guerra, sono inaccettabili: danneggiano le prospettive di pace. Gli aiuti umanitari non devono mai essere usati come strumento politico e il territorio palestinese non deve essere ridotto né soggetto ad alcun cambiamento demografico. Israele è tenuto, in base al diritto internazionale, a consentire il passaggio senza ostacoli degli aiuti umanitari".

La dichiarazione congiunta ha sottolineato la neutralità dell'operato umanitario, insistendo sul fatto che gli aiuti devono poter raggiungere chi ne ha bisogno, indipendentemente dagli sviluppi politici o militari. "Gli operatori umanitari devono essere in grado di fornire aiuti a chi ne ha più bisogno, indipendentemente dalle parti in conflitto e in conformità con i propri principi umanitari. Israele deve garantire un accesso senza restrizioni alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie per operare in sicurezza in tutta Gaza", ha affermato.

È stata espressa indignazione anche per gli attacchi israeliani che hanno preso di mira personale umanitario e medico e infrastrutture. "Ribadiamo la nostra indignazione per i recenti attacchi delle forze israeliane contro personale umanitario, infrastrutture, locali e strutture sanitarie", si legge nella dichiarazione. Israele deve fare molto di più per proteggere la popolazione civile, le infrastrutture e gli operatori umanitari.

I ministri hanno chiesto il ripristino dei meccanismi di deconflittualità umanitaria e che Israele consenta la mobilità degli operatori umanitari e le evacuazioni mediche. "Devono consentire che vengano soddisfatti gli urgenti bisogni sanitari della popolazione, consentendo al contempo ai malati e ai feriti di lasciare temporaneamente la Striscia di Gaza per ricevere cure".

La dichiarazione si è conclusa con un rinnovato appello alla fine delle ostilità e a una soluzione politica globale. "Fondamentalmente, esortiamo tutte le parti a tornare a un cessate il fuoco. Continuiamo a chiedere ad Hamas il rilascio immediato di tutti gli ostaggi rimasti, che stanno subendo terribili sofferenze. Dobbiamo tutti impegnarci per l'attuazione di una soluzione a due stati, che è l'unica via per portare pace e sicurezza durature sia agli israeliani che ai palestinesi e garantire la stabilità a lungo termine nella regione.

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