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23 aprile 2025
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Mafia: l'altro Paolo Borsellino
di Pino Maniaci

C'è una storia che in pochi conoscono, che in pochi raccontano. Quella di Paolo Borsellino - omonimo del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio - e del padre Giuseppe. Entrambi imprenditori di Lucca Sicula. Entrambi uomini liberi, fino all'ultimo giorno di vita.

Paolo era stato preso di mira dai mafiosi di Cosa nostra ma non si piegò mai alle loro richieste e quei no gli costarono caro: il 21 aprile 1992 un commando lo assassinò a colpi di fucile, mentre si trovava all'interno della sua auto.

Il padre, Giuseppe Borsellino, denunciò i possibili mandanti e assassini e si era rivolto anche al magistrato omonimo del figlio.

Le sue dichiarazioni permisero ai carabinieri di ricostruire gli intrecci tra mafia, politica, affari nel territorio lucchese, e di eseguire numerosi arresti.

Era consapevole di aver infastidito i boss ma la paura non fermò il suo coraggio. E il 17 dicembre 1992 venne punito con un altro agguato, stavolta indirizzato a lui.

Non aveva ricevuto nessuna protezione e negli ultimi otto mesi si sentiva "un morto che cammina", per le numerose minacce ricevute.

Aiutateci a non dimenticare.


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