Il salvagente sulla croce
di Alessandra Sciurba

Adesso penso che non sappiamo nemmeno da quanto male Francesco riuscisse ancora, nonostante tutto, a proteggerci.

Adesso ci troviamo tutte e tutti un po’ più soli e spaventati, ma anche più consapevoli di dovere continuare a resistere.

Faccio parte di quelle persone, tante, perché, questo Papa era così, che hanno un ricordo personale di lui. Quel giorno in cui gli abbiamo regalato un giubbotto salvagente raccolto il 3 luglio 2019, durante la missione della barca a vela Alex di Mediterranea saving Humans, in mezzo al mare. Lo avevamo messo indosso a una croce di resina.

Siamo rimasti con lui per ore. Ha voluto che gli raccontassimo ogni cosa, aveva bisogno di sentire storie di salvezza, dopo avere ascoltato troppo a lungo, negli incontri istituzionali, solo “persone con una coperta pesante sul cuore”.

Lo sapeva che quella coperta pesante stava già ricoprendo tutto.

Non avrei mai pensato di potermi sentire così per la morte di un Papa, e so che tante e tante di noi, mai state vicine alla Chiesa prima di quel “Buonasera” di 12 anni fa, provano la stessa cosa.

E ora dobbiamo tenerci più forte, avere più coraggio, sforzarci di più di riempire il silenzio che solo la sua voce rompeva, anche se ci sentiamo piccolissimi davanti ai potenti del mondo, che oggi esprimono cordoglio, ma che continueranno a tradire Francesco in ogni loro atto, sentendosi ancora più impuniti.

Dossier diritti