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Si scappa da sé stessi
di
Rinaldo Battaglia *
"Non si scappa mai dai luoghi, né dalle persone, né tantomeno dalle circostanze, si scappa da sé stessi". Credo che più volte ed in più circostanze Alda Merini sia stata capace, con la sua fine poesia, a sintetizzare concetti complessi.
E’ news di questi giorni che la Presidente del Consiglio di fatto anticiperà di un giorno la sua visita prevista per il 26 aprile nel Kazakistan, ad Astana, per parlare lì di approvvigionamenti energetici, in un incontro già programmato da tempo. Anticiperà di un giorno, perché non lontano da Astana, ripeto in Kazakistan, esiste una città meravigliosa, “sogno color turchese”. Si chiama Samarcanda in Uzbekistan ed è a soli 2.000 chilometri. Un tiro di schioppo, perché non approfittarsene? Perché non abbinare in un unico viaggio le due visite?
Ovviamente il 25 aprile a dire il vero il Capo del Governo avrebbe un impegno istituzionale ricorrendo casualmente quel giorno l’80° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Sì, da quel regime criminale, assassino, razzista che - per fortuna di tutti noi - è stato sconfitto, sia in Germania che in Italia 80 anni fa.
Ma forse ce la fa. Basta che, appena finito il breve passaggio col Presidente della Repubblica all’Altare della Patria – difficile non esserci per una che ha fatto del ‘Dio Patria & Famiglia’ il suo mantra – saluti e prenda un aereo.
E le celebrazioni del 25 Aprile? I discorsi sui crimini del fascismo del Duce, le domande sui gerarchi o megafoni del regime (quello ‘da Giorgio a Giorgia' ad esempio)? O i riti sulla Resistenza, sulla vittoria degli Alleati e dei partigiani italiani contro i fascisti del Duce e di Salò?
Me ne frego, come sanciva spesso Mussolini.
Devo ammetterlo. Anni fa mi offendevo quando nel mio Veneto un importante assessore regionale (Elena Donazzan, oggi eurodeputata, quella che alla radio a ‘La Zanzara' aveva cantato anni fa “Faccetta nera ti daremo un altro duce, un altro re’) era solita il 25 Aprile onorare i nazifascisti sull’Altopiano di Asiago al ‘Bus de la Spaluga’ (Buso della Spluga) sul monte Corno, a Lusiana. Qui, secondo le cronache, furono uccisi 14 soldati nazisti durante la Resistenza.
Mi offendevo, ma poi sono andato oltre.
Due anni fa, nel 78° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo e primo della ‘era Meloni’, il Presidente del Senato Ignazio La Russa preferì andare a Praga ad onorare e per lasciare un mazzo di fiori sul monumento dedicato a Jan Palach, lo studente cecoslovacco che, nel 1969, si diede fuoco per protestare contro l’occupazione sovietica dell’allora Cecoslovacchia. Atto dignitoso e meritevole di attenzioni. Certo, ma a dire il vero senza alcun nesso storico. Jan Palach, giovane eroe, era morto il 19 gennaio, dopo che il 16 gennaio aveva protestato in piazza San Venceslao e sacrificato la sua vita a 20 anni (era nato peraltro l’11 agosto 1948). Data azzeccata, quindi. Azzeccata, per nulla.
"Non si scappa mai dai luoghi, né dalle persone, né tantomeno dalle circostanze, si scappa da sé stessi". Si scappa dalle ricorrenze, ora che il tuo ruolo istituzionale non ti consente altro.
Quest’anno a scappare è la Presidente del Governo.
E - ditemi - l’anno prossimo dove andrà?
Non sono un tour operator ma uno studioso di Storia. Mi permetto quindi di dare alcuni consigli da umile scrivano. Consiglierei una visita a Lisbona per il 52° anniversario della 'Rivoluzione dei garofani', che mise fine al regime fascista di Marcello Caetano. Ma forse non è coerente col suo pensiero. Scusate.
Forse a Sidney, in Australia, dove il 25 aprile 2026 verrà celebrato l'ANZAC Day, in memoria dei caduti di Gallipoli del 1916, che a migliaia sono morti contro i grandi Imperi, nostri nemici allora.
Oppure per onorare i rapporti con l’Egitto – ora considerato "paese sicuro" non quello assassino e torturatore di Giulio Regeni – andare tra le piramidi a festeggiare i 167 anni dalla prima pietra nei lavori per il canale di Suez. O, se si vuol essere umanitari e solidali con chi soffre, passare in Nepal in memoria dell’11° anniversario di quel terremoto di magnitudo 7,8, che causò il 25 aprile 2015 quasi 9.000 vittime.
Ma forse conoscendo le sue passioni e le sue radici storiche consiglierei un bel viaggio a Santo Domingo, in memoria di Doris Duranti, nata a Livorno il 25 aprile 1917 e lì morta nel 1995. Doris Duranti era stata la diva italiana per eccellenza del cinema autarchico durante il regime del Duce. Diva e si dice amante di molti gerarchi e non solo di Alessandro Pavolini, il famoso ministro della cultura popolare e segretario nazionale del PNF.
Come si vede le offerte pullulano. Per scappare ancora di motivi interessanti ce ne sono e ce ne saranno molti.
Il 25 aprile 1945 anche un certo Benito Mussolini scappò dalle sue responsabilità istituzionali e non mantenne fede alla promessa, fatta personalmente al Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, di aspettarlo per firmare la sua resa. E mentre il Cardinale aspettava, il Duce viaggiava verso la Svizzera.
"Non si scappa mai dai luoghi, né dalle persone, né tantomeno dalle circostanze, si scappa da sé stessi".
Si scappa. Si scappa ancora.
22 aprile 2025 – 80 anni dopo - 3 giorni alla Festa della Liberazione dal nazifascismo (così mi hanno detto a scuola, ma io non ci ho mai creduto) - offeso da certe 'assenze' per il 25 Aprile -
Il 25 aprile 1945 in Italia, su ordine del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), si insorse contro le truppe tedesche e i fascisti, segnando la liberazione di gran parte del territorio italiano dal nazifascismo. Questa data è celebrata come la Festa della Liberazione in Italia, un simbolo della fine della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza italiana.
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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