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22 aprile 2025
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Massacro ambulanza: Israele inaffidabile, indagine sia internazionale
di Gabriella Mira Marq

L'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS), e la difesa civile di Gaza hanno fermamente respinto un rapporto pubblicato dalle forze di occupazione israeliane (IOF) che attribuisce la responsabilità dell'uccisione di 15 medici e soccorritori palestinesi a Rafah il mese scorso a "fallimenti professionali".

Otto paramedici della PRCS, sei membri della difesa civile e un dipendente dell'UNRWA sono stati trovati con ferite da arma da fuoco alla testa e al torso, oltre a lesioni causate da esplosivi, secondo il medico che ha eseguito le autopsie sui loro corpi.

Le vittime e i loro veicoli sono stati successivamente rinvenuti sepolti in una fossa comune sabbiosa dalle forze israeliane. Dopo aver riesumato i corpi, le Nazioni Unite hanno dichiarato che gli operatori sembravano essere stati "giustiziati uno a uno".

Inizialmente, le FOI avevano affermato che le ambulanze non stavano mostrando segnali di emergenza al momento dell'attacco, ma in seguito hanno ritrattato dopo che le riprese effettuate con i cellulari hanno smentito la loro versione. Domenica, le FOI hanno dichiarato che un'indagine interna aveva portato alla luce "diverse mancanze professionali, violazioni degli ordini e la mancata segnalazione completa dell'incidente".

La Protezione Civile di Gaza ha respinto le conclusioni, accusando le forze di occupazione di aver inventato scuse per giustificare quelli che hanno descritto come attacchi deliberati contro i convogli umanitari.

Mohammed al-Mughhair, un alto funzionario della Protezione Civile, ha dichiarato: "Il video girato da uno dei paramedici dimostra che la narrazione dell'occupazione israeliana è falsa e dimostra che ha effettuato esecuzioni sommarie", sottolineando che le FOI stavano cercando di "aggirare" il diritto internazionale.

Jonathan Whittall, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per Gaza, ha criticato l'indagine definendola insufficiente. "La mancanza di una reale responsabilizzazione mina il diritto internazionale e rende il mondo un posto più pericoloso", ha avvertito. "Senza responsabilizzazione, rischiamo di continuare a guardare le atrocità che si consumano".

Nebal Farsakh, portavoce del PRCS, ha condannato il rapporto, affermando: "Il rapporto è pieno di bugie. È invalido e inaccettabile, poiché giustifica l'uccisione e sposta la responsabilità su un errore personale del comando sul campo, quando la verità è ben diversa". Il PRCS ha ribadito la richiesta di un'indagine internazionale.

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