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19 aprile 2025
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Sinistra per la destra
di Rossella Ahmad

La parabola discendente della sinistra in questo paese, passata "dalla falce e martello del lavoro all'arcobaleno dei capricci di consumo per i ceti abbienti" è tutta lì, in quell'accolita di persone indecenti che, indecentemente, si riuniscono per difendere il diritto di uno stato illegale appena macchiatosi della madre di tutti i crimini, un genocidio, e si autodefiniscono "Sinistra per Israele", palesando tutta la loro ossimorica incongruenza rispetto a ciò che dovrebbe essere imperativo categorico di chi si professi di sinistra, e cioè la difesa dell'oppresso, del colonizzato, della vittima.

Stento a pensare ad una classe politica più inqualificabile. Trasversalmente inqualificabile, unita da quell'hybris dell'uomo insolente e tracotante, che si sopravvaluta e che prevarica le leggi immutabili del cosmo, la prima delle quali è l'ordine naturale nella costruzione di una società armoniosa, il nomos, che regoli la convivenza tra gli umani secondo i principi della giustizia e della volontà collettiva.

Ma poi, classe politica. Parolone per definire l'esercizio degli interessi propri messo in atto da individui che una congiuntura astrale davvero sfavorevole ha voluto tutti qui, tutti assieme, tutti ora per funestare il tempo della nostra vita mortale, sempre in bilico tra tragedia e farsa. Più farsa che tragedia, grazie a loro. Ciò che manca è la serietà, sostanzialmente.

Spiegatemi in altri termini l'esistenza di un Fassino, e ditemi voi in quale universo parallelo avrebbe potuto mai accadere che un personaggio del genere potesse divenire legislatore/sindaco/amministratore di condominio per meriti propri.

Spiegatemi in altri termini l'esistenza di una Sinistra per Israele, anzi di un partito politico trasversale per Israele - che già diede il peggio di sé nel maggio 2021, durante il massacro seguito alle espropriazioni di case palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah, la prevaricazione coloniale al suo apice - che sostiene il diritto dell'occupante e non della sua vittima, del colonizzatore e non del colonizzato, dell'imperialismo fagocitante e non dei popoli in lotta. Impegnati tutti a gestire un effimero potere personale, traditori dell'idea stessa di "politica", la téchnē applicata alla pólis allo scopo di realizzare la maniera migliore, per sé e per gli altri.

Il bene comune, collettivo, che può essere Bene solo se condiviso e basato su principi morali inderogabili.

Una farsa. Piglinculo e quaquaraquà, come li definiva il compianto Sciascia, a disquisire di genocidio sì e genocidio no - si accettano suggerimenti sulla nuova nomenclatura da conferire al videogame di Gaza - vedi mai che la Corte dell' Aja colga il suggerimento delle Vostre Eccellenze e rettifichi il procedimento contro Israele - della parolina magica buona per tutte le stagioni - ottima per togliere voce a chi si opponga allo squartamento finale dei palestinesi - e dei due popoli e dei due stati, che fa sempre la sua bella figura in società.

E dei palestinesi, infine. Di un popolo cioè che ha fatto della dignità e dell'orgoglio gene fondante del proprio DNA. Ne parla Fassino mano lesta. Sono sopraffatta dallo sdegno. Dal sacro furore. Dal desiderio primigenio di godere della loro rovinosa caduta. Che è solo questione di tempo.

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