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USA e sauditi pronti a colpire Ansarallah
di
Leandro Leggeri
Mentre a Gaza continua il genocidio israeliano sotto la complicità dell’Occidente, si apre un nuovo fronte nel mondo arabo: gli Stati Uniti, insieme all’Arabia Saudita e all’amministrazione yemenita del sud, stanno preparando un’offensiva di terra contro Ansarallah, il movimento che controlla la capitale Sanaa e gran parte del nord dello Yemen.
Secondo fonti internazionali, la prima fase dell’attacco potrebbe concentrarsi sul porto di Hodeida, uno snodo vitale per le forniture e il commercio marittimo del paese. Un obiettivo tutt’altro che casuale: da questo porto parte il blocco navale imposto da Ansarallah nel Mar Rosso, misura che ha paralizzato parte del traffico commerciale globale e ha colpito direttamente le rotte marittime legate a Israele.
La strategia statunitense, già fallimentare dal cielo, ora cerca di ottenere risultati via terra. Le campagne di bombardamento finora non sono riuscite a scalfire la resistenza yemenita, che ha ribadito la propria determinazione a proseguire nel sostegno alla Palestina.
Mohammed Ali al-Houthi, figura di spicco del movimento, ha commentato duramente: «Né le bombe né le invasioni fermeranno la nostra causa. Difendiamo il nostro paese e sosteniamo Gaza. La nostra posizione non cambia».
L’assedio a Hodeida si inserisce in un quadro più ampio di repressione contro ogni forma di solidarietà attiva con la Palestina. Colpire Ansarallah significa spegnere una delle poche voci arabe che, con atti concreti, si è messa di traverso all’occupazione israeliana.
Un’aggressione che rischia di aggravare ulteriormente la già disastrosa crisi umanitaria in Yemen, ma che svela anche l’allineamento sempre più netto tra Washington, Riad e Tel Aviv contro ogni forma di resistenza araba.
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