Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
16 aprile 2025
tutti gli speciali

La violenza diventa un mezzo ordinario per ristabilire l'ordine
di Giuseppe Franco Arguto

La violenza sistematica perpetrata talvolta dalle forze dell’ordine può essere analizzata da diverse prospettive psicologiche, che aiutano a comprendere come individui comuni, inseriti in un determinato contesto istituzionale, possano arrivare a compiere atti violenti in modo sistematico.

Sotto tale prospettiva di ordine psicologico, indossare un'uniforme con le insegne della patria per i coscritti delle forze dell'ordine, secondo la retorica autoritaria, è motivo a sé bastante per investirsi di una ulteriore autorità, oltre quella conferita dal mandato istituzionale.

Per tale ragione, impiegare la forza dell'ordine costituito su qualunque persona o gruppo che, in qualche modo, pone in essere un manifesto dissenso rispetto al potere istituzionale che le uniformi esprimono, oltre a rafforzare l'immagine autoritaria dello Stato, avverte sistematicamente che non possono essere tollerate difformità in merito al potere implicitamente detenuto da chi indossa un'uniforme di Stato.

Ne consegue, quindi, che con questo approccio strategico alle tensioni e conflitti sociali, l'agente investito di una duplice responsabilità istitutiva, interpreti coloro che non indossano una uniforme non più da una visione umanista, ma deumanizza chiunque si pari dinanzi con un atteggiamento che insidi lo status quo in contrasto allo spirito delle leggi, che è bene ribadirlo non sono mai libertarie, ma contengono un coefficiente interno autoritario: questo processo è spesso rinforzato da retoriche istituzionali o culturali che dipingono certi gruppi e movimenti politici come avversari, nemici, criminali, comunque minacce prima che alla sicurezza pubblica, all'ordine costituito.

Quando l’altro non è più visto come umano, la violenza verso di lui appare giustificabile. Pertanto, il mantenimento dell’ordine viene interiorizzato dagli agenti armati come missione sacra; la violenza diventa così parte del compito “necessario” per garantire la sicurezza, anche se in realtà protegge lo status quo.

Moltissime persone si domandano come sia possibile che persone nella vita ordinaria molto comuni, possano divenire così violente in pochi istanti, malmenando a destra e manca senza alcuna considerazione delle circostanze in atto. È una trasformazione che avviene come effetto ed esito di una specifica operazione di psicologia attuata meticolosamente dalla catena di comando che interviene nella formazione e militarizzazione degli agenti.

Nelle forze dell’ordine, la catena di comando e l’addestramento gerarchico rafforzano l’obbedienza, anche quando le direttive vanno contro l’etica individuale. L’individuo abdica al proprio senso critico e morale in favore dell’autorità superiore.

C'è un altro aspetto che non viene tenuto in buon conto: all’interno dei corpi armati e di polizia si sviluppa una forte coesione di gruppo, la cui amalgama principale è una forte identità collettiva con propri rituali, linguaggi e simboli.

Poi, è evidente che l’esposizione continua a situazioni di tensione, conflitto o violenza porta alla desensibilizzazione emotiva; subentrano forme di stress croniche che non difficilmente in seguito danno luogo a sfoghi violenti su persone sconosciute ma identificabili a priori come minacce.

In una società altamente diseguale, le forze dell’ordine piuttosto di difendere i cittadini tendono (spesso inconsapevolmente, perché le loro funzioni critiche sono azzerate dalla rigida disciplina dell'obbedienza) a caricarsi del ruolo di tutori delle plutocrazie, della proprietà, delle gerarchie, delle burocrazie.

La violenza non è un’eccezione, ma un mezzo strutturale per gestire le fratture sociali e i traumi collettivi che vengono strategicamente strumentalizzati per giustificare gli abusi di potere.

Si innesca un meccanismo costituito da alcuni automatismi: il potere politico legittima e copre gli abusi, decretando le misure repressive come provvedimenti di emergenza in situazioni di minaccia per l'ordine statale; questa tutela legislativa consolida il potere delle forze dell’ordine che di conseguenza intensificano la repressone e la istituzionalizza per mandato governativo.

In una prospettiva anarchica o libertaria tutto questo mostra che la violenza delle forze dell’ordine non è una deviazione, ma una funzione sistemica: è utile a garantire la sopravvivenza di un ordine sociale basato sulla gerarchia, sulla proprietà e sull’obbedienza.

Disarticolare questi meccanismi richiede un cambiamento culturale profondo, che tocchi tanto la psicologia individuale quanto la struttura politica e sociale.

VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU COSTITUZIONE


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale