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15 aprile 2025
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Dov'é il confine?
di Rinaldo Battaglia *

In questi giorni di metà aprile del 1961, in piena Guerra Fredda, un generale tedesco venne nominato presidente del comitato militare NATO a Washington. Fino ad allora, dal 1957, era stato il primo Ispettore generale della Bundeswehr, vale a dire la massima autorità militare della allora Repubblica Federale Tedesca.

Una carriera veloce in quegli anni di immediato dopoguerra nella Germania sconfitta. Già nel 1951 Konrad Adenauer, il cancelliere della rinascita tedesca, lo aveva promosso quale consigliere personale “per le questioni militari”. Solo 4 anni dopo era diventato l’uomo di fiducia del neoministro della difesa della Germania Ovest Theodor Blank e con la successiva creazione della Bundeswehr – voluta dagli USA in ottica anti-Mosca - nel 1955, promosso tenente generale delle forze armate e presidente del consiglio militare. A lui spettavano le nomine e le promozioni dei più alti incarichi nella Difesa e nella gestione delle intere forze armate.

Una carriera - nell’immediato dopoguerra - quindi fenomenale, degna di un militare capace e – così dovrebbe essere dato i ruoli ricoperti – dalla rispecchiata credibilità e rigidità morale. Un esempio, un riferimento, un benchmark per gli altri. Quell’uomo di chiamava Adolf Heusinger, il vero 'uomo forte' nel mondo militare tedesco dopo il grande crimine nazista. Ma quella era la seconda vita del generale Heusinger, ben diversa da quella precedente, dove la moralità, la correttezza etica, la ‘giustizia comportamentale' avevano altri suoni, criteri, ideologie.

Adolf Heusinger era nato ai tempi del Kaiser giusto per essere chiamato volontario alla Grande Guerra, dove riuscì comunque a portare a casa la pelle. Compì 17 anni il 4 agosto 1914 quando, per i tedeschi, partì la grande avanzata nel Belgio in direzione Parigi. Si sa che il 17 giugno 1915 era già assegnato al 7. Thüringisches Infanterie-Regiment Nr. 96, operativo in Turingia. Sebbene giovanissimo dimostrò buone capacità: a 18 anni era già promosso tenente e, con quel grado, mandato a morire a Verdun. Dio volle che in un assalto nelle Fiandre il 31 luglio 1917, non ancora ventenne, fosse preso prigioniero dagli inglesi. Ma prima si era guadagnato onori e medaglie: la Croce di ferro prussiana di II classe e la Croce di Ferro di prima classe, la Croce al Merito di Guerra di Brunswick di II classe, la Medaglia Reuss d'argento con le spade al merito, la Croce d'onore Reuss di III classe.

Vide così la resa tedesca dell’11 novembre 1918 in prigionia, ma appena liberato e tornato nella sua Holzminden, Heusinger restò militare ed entrò volontariamente nella Reichswehr, il piccolo esercito tedesco di 100.000 uomini, permesso dal trattato di Versailles, e proseguì la sua carriera sebbene con più lentezza di prima (quando arriverà al potere Hitler nel gennaio 1933 era solo capitano da tre mesi).

Poi entrato convintamente nel partito nazista, tramite il quale vedeva finalmente il recupero della gloria tedesca umiliata a Versailles, venne scelto e premiato con responsabilità sempre maggiori. Era un militare, nato per la guerra e nella guerra trovava il senso della sua vita. In vista della nuova Guerra, nell’aprile del ’39 venne promosso tenente colonnello e poco dopo, con la guerra, tra i responsabili dello stato maggiore, assumendo con altri l'alto comando dell'esercito tedesco (Oberkommando des Heeres) e partecipando attivamente alla pianificazione delle invasioni della Polonia, Danimarca, Norvegia, Francia e Paesi Bassi.

Dopo la conquista di Parigi, Hitler lo promosse colonnello (1º agosto 1940) e due mesi dopo ‘capo del dipartimento operazioni’ vale a dire il numero tre nella gerarchia di pianificazione dell'esercito, dopo il capo di stato maggiore, il generale Franz Halder, ed il suo vice, il generale Friedrich Paulus. Con questi pianificò anche l’operazione Barbarossa e quando quest’ultimo fu assegnato da Hitler al comando di quell’operazione verso Mosca, Heusinger ne divenne il ‘numero uno’. Ai tempi di Wanssee, nel gennaio 1942, Hitler lo promosse 'maggiore generale' e 'tenente generale' il 1º gennaio 1943.

Era un militare capace e di cui fidarsi. Hitler lo stimava per la sua dedizione e fedeltà. Era talmente uomo di fiducia del Fuhrer che destino volle che fosse persino presente – tra i pochi fidatissimi – in quel 20 luglio 1944 nella ‘tana del lupo’, quando il colonnello Claus von Stauffenberg tentò di assassinare Hitler.

Doveva essere, come al solito, talmente vicino al Fuhrer (e quindi alla borsa, quella che conteneva la bomba) che a molti sembrò strano che anche Adolf Heusinger si fosse salvato, a parte qualche piccola ferita. Venne pertanto quel giorno arrestato dalla Gestapo, stanti gli ordini generali di vendetta del Fuhrer. Ma era troppo convintamente legato ad Hitler per tradirlo ed infatti venne, dopo molti interrogatori, scagionato totalmente. Di certo qualche ‘nemico interno’, geloso del suo potere e del forte ascendente sul Fuhrer aveva cercato di farlo fuori.

Riabilitato, gli vennero però assegnati incarichi meno elevati ma in vista della disfatta, e quale ultima difesa, Hitler il 25 marzo 1945 lo nominò 'capo delle forze armate in materia di strategia e mappatura difensiva' del Terzo Reich. Incarico più di prestigio che di sostanza, data la catastrofica situazione generale. È sarà così che con la resa dell’8 maggio 1945 verrà preso prigioniero dagli Alleati.

Si farà due anni di carcere, ma verrà chiamato al processo di Norimberga solo come testimone. E la cosa colpì, sin dall’inizio, molti suoi nemici o ex-colleghi. Non era stata una figura di secondo piano, non era stato un oppositore del Fuhrer, anzi lo aveva seguito e fedelmente ubbidito. Fedelmente e convintamente.

Non passarono che tre anni ed ecco che già nel 1950 Konrad Adenauer lo chiamò a sé. Nuova vita, nuova verginità, il passato dimenticato, il passato cancellato. E una nuova carriera davanti al suo orizzonte. Conosceva bene il mondo militare nazista, conosceva bene il know-how tecnico e strategico del Terzo Reich, poteva esser utile di nuovo. Quando nel 1961 arrivò alla presidenza del comitato militare della NATO, l’ex-nazista Adolf Heusinger fu non poco osteggiato da proteste e critiche, ma vennero subito tutte tacitate e nascoste (andrà in pensione a 67 anni nel 1964, morirà poi nel 1982).

Succederà anche, anni dopo, con il caso di Kurt Josef Waldheim, durante la guerra giovane ufficiale nazista nel Gruppo di Armate E, quello comandato dal generale Alexander Löhr, il 'numero uno' in Grecia. Giovane ufficiale nazista ma dal 1° gennaio 1972, per 10 anni, Segretario Generale dell’ONU, ai tempi della guerra del Vietnam e delle operazioni Condor coi golpe in Cile, Argentina, Uruguay, Paraguay.

Ovviamente il caso di Adolf Heusinger non fu l’unico. Anzi se vogliamo il meno offensivo ed indecente. Il caso più elevato probabilmente resta quello del generale delle S.S. Wernher Magnus Maximilian von Braun.

Pochi giorni fa, l’11 aprile, è ricorso l’80° anniversario della liberazione alleata del lager sotterraneo di Dora, dove coi suoi 100.000 morti i nazisti producevano le V-1 ma soprattutto le V-2. Ebbene, quando arrivarono i soldati USA, von Braun era turista in un hotel di Oberjoch, vicino a Reuttle, in montagna a quasi 900 metri, a sciare. Saputo della morte del Fuhrer il 2 maggio si consegnò tramite il fedele fratello Magnus al 324° Fanteria Usa, 44a Divisione per essere ’assunto’ dai nuovi datori di lavoro.

Ma ovviamente, non da solo. Sì offrì solo col pacchetto completo, coi suoi più stretti collaboratori: Walter Dornberger, Dieter Huzel, Bernhard Tessmann. L’accordo prevedeva anche l’arrivo di due suoi fidati ingegneri (Otto Fleisher e Walther Riedel ma in rate successive, il 12 maggio) e dell’ing. Artur Rudolph peraltro con moglie e figli. Più una serie infinita di documenti della massima importanza e riservatezza, non a caso custoditi nel frattempo in un luogo ad hoc (miniera di Dornten), oltre ad altri solamente, solamente 108 collaboratori, più il fratello minore.

Tutti con destinazione Fort Bliss, in Texas e ovviamente con la collaborazione della CIA e autorizzazione diretta del Presidente Truman. Venne chiamata Operazione Paperclip. Era il 1945, 24 anni dopo quelle persone – criminali a Dora – porteranno l’uomo sulla luna con Apollo 11, trasportato da Saturn V, l’evoluzione della V-2 o meglio V-3.

Ovviamente anche i nostri gerarchi fascisti non furono esenti dal discorso. Basta vedere il peso di certe figure in Gladio o nelle stragi neofasciste degli anni 70-80. Da dove provenivano i vari Licio Gelli, Junio Valerio Borghese solo per citarne i principali attori?

Il caso da cui siamo partiti, quello meno noto di Adolf Heusinger, ci porta in ogni caso ad una domanda semplice ma onesta: dov'è il confine tra la decenza umana e l’ipocrisia della guerra o del potere? Com'è umanamente accettabile che criminali di guerra vengano perdonati ed esaltati nella loro seconda vita?

Dov'è il confine tra la decenza e lo schifo della peggior politica? Dov’è o, meglio, quale è? O forse la domanda più corretta risulta un’altra: esiste un confine?

15 aprile 2025 - 10 giorni alla Festa della Liberazione dal nazifascismo (così mi hanno detto a scuola, ma io non ci ho mai creduto) - Rinaldo Battaglia

* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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