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10 aprile 2025
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Il massacro di Deir Yassin
di Rossella Ahmad

La morte ha molti nomi e molti volti. Per i palestinesi essa ha il nome ed il volto di un piccolo villaggio di contadini.

Se c'è una data simbolica in una storia fatta di date, numeri, ricorrenze funeste e massacri quella è il 9 aprile. È Deir Yassin. È l'alfa e l'omega della campagna di pulizia etnica che tra il dicembre del 1947 ed il maggio 1948 insanguinò la Palestina e precedette la costituzione dello stato d'Israele. E lo è perché nessun massacro in Palestina ebbe l'eco di Deir Yassin, e nessuno delle centinaia di villaggi distrutti nel corso di quell'anno fatidico ebbe conseguenze così devastanti per il popolo palestinese. Il terrificante viaggio nell'esilio inizia da Deir Yassin. Anche la morte, per i palestinesi, ha il nome di Deir Yassin, come per i vietnamiti è My L'ai.

La notte del nove di aprile 1948, i gruppi terroristici ebraici Etzel e Lehi attaccarono il pacifico villaggio alle porte di Gerusalemme e ne massacrarono gli abitanti, uomini, donne e bambini." Non voglio ripetere il triste racconto di orecchi tagliati, ventri squarciati, donne violentate, uomini bruciati, corpi cementati nella pietra o la parata in trionfo dei massacratori. I massacri sono tutti uguali, da Babi Yar a Chain Gang a Deir Yassin.", scrisse Israel Shamir in un celebre articolo che tradussi nel 2001.

Ma Deir Yassin fu particolare per diversi motivi. Innanzitutto fu il primo massacro interamente documentato. Tutti gli attori coinvolti resero testimonianze precise e circostanziate sull'accadimento, persino la polizia britannica di stanza a Gerusalemme. Inoltre le conseguenze che generò furono catastrofiche. L'orrore facilitò l'espulsione in massa della popolazione dei villaggi circostanti assicurando alle bande sioniste il pieno controllo dell'ingresso occidentale di Gerusalemme.

Quando vi parleranno della falsa narrativa degli eserciti arabi che attaccarono il neonato stato e bla bla bla, ricordate loro l'aprile 1948 e Deir Yassin. "La guerra, sulla strada di Gerusalemme, era finita nell'aprile del 1948, settimane prima della nascita dello stato d'Israele, e molto prima che le sfortunate unita' arabe entrassero in Palestina per salvare cio' che restava della popolazione nativa".

Infine perché segna l'inizio del paradigmatico copione che divenne poi ricorrente nella storia dei massacri in Palestina. Diniego iniziale, promessa di accertamenti, ammissione, generiche parole di condanna e poi tappeti di rose e carriera assicurata per i massacratori. Tre giorni dopo l'eccidio, le bande terroristiche furono incorporate nell'esercito israeliano, i comandanti ricoprirono alte posizioni e fu indetta un'amnistia generale per i loro crimini.

Stessa trafila per il massacro di Qibya, condotto dal futuro primo ministro e macellaio di Beirut Ariel Sharon, per quello di Kufr Kassem e per quelli di sempre, fino ad oggi.

Vi è un'organizzazione chiamata Deir Yassin Remembered, che si occupa di tenere vivo il ricordo e la verità storica di ciò che accadde in Palestina in quel fatidico aprile del 1948, contro ogni tentativo di infangare la memoria di ciò che avvenne da parte delle organizzazioni sioniste americane. Il tentativo di riscrivere una storia artefatta, in cui non ci sia spazio per la verità, in cui la presenza stessa dei nativi sia occultata, è l'ultima frontiera del sionismo militante.

A tutti coloro che sanno tocca l'onere del ricordo, affinché nulla vada perduto e le vittime innocenti di questa atroce follia non siano morte invano.

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