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USA si impegnano contro gli yemeniti ma non li dissuadono
di
Leandro Leggeri
Gli Stati Uniti hanno speso oltre 200 milioni di dollari solo in munizioni di precisione in appena tre settimane di attacchi intensificati contro presunti obiettivi di Ansar Allah nello Yemen; il costo totale dell'operazione dovrebbe superare 1 miliardo di dollari entro la prossima settimana, ha riportato venerdì il New York Times.
Ma nonostante la portata e i costi di questa offensiva, i funzionari statunitensi hanno riconosciuto privatamente che essa è stata molto limitata nel dissuadere le operazioni missilistiche yemenite o nel ridurre le loro capacità.
Sebbene il presidente degli Stati Uniti Donald Trump abbia descritto Ansar Allah come "decimato" da quella che il Pentagono ha definito Operazione Rough Rider, lanciata il 15 marzo, funzionari militari e dell'intelligence che hanno parlato al Congresso e agli alleati in briefing privati ammettono che la maggior parte del vasto arsenale sotterraneo di missili e droni del movimento di resistenza rimane intatto.
Secondo il rapporto, i bunker rinforzati e le riserve di armi nascoste hanno attenuato l'impatto degli attacchi aerei quotidiani condotti dagli aerei della Marina e dell'Aeronautica militare degli Stati Uniti.
Le autorità avvertono che l'uso massiccio di munizioni avanzate a lungo raggio, come i missili Tomahawk e le bombe plananti, sta mettendo a dura prova le scorte della Marina degli Stati Uniti, suscitando preoccupazioni tra i pianificatori del Pentagono circa la preparazione a potenziali conflitti futuri, in particolare con la Cina per Taiwan.
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